BLOG

Io torno qui, a bere bene e ... in sicurezza

Venerdì 22 Maggio 2020

Vogliamo cambiare l’hastag in maniera propositiva. Dopo #ioresto a casa …. #Iotornoacasadelvino. E bere ancora meglio. Bene e in sicurezza. Senza timore: solo la piacevolezza della sosta enoica emozionale.

E’ la sintesi del nostro impegno, costante, dopo quel ‘tempo sospeso’ che abbiamo appena messo alle spalle.
#iornoacasadelvino perché tutto è cambiato, tranne la collaudata affidabilità della nostra struttura, l’operosità del nostro staff, il coinvolgimento dei nostri soci e di tutta la ‘filiera corta’ che ruota attorno Isera e la Vallagarina.
Sicuri, per garantire tutela alla clientela, sicuri di garantire l’ospitalità basata sul calore, la simpatia e la sincerità garantita solo sulle tavole dove si versa vino, si gusta, si sogna. Coltivando culture, riscoprendo valori.
Pronti a ripartire, con entusiasmo. Attrezzati, allineati alle disposizioni amministrative, così da far sentire il Cliente protetto e al sicuro, in un luogo come può essere casa, appunto come sempre #iotornoacasadelvino.
L’emergenza sanitaria ci ha chiamato a mostrarci pronti anche davanti l’imprevedibile. Situazione che comunque non riuscirà a scombussolare quanto abbiamo pazientemente costruito.
Forti di una Casa perfettamente ‘destrutturata’. Con ampi spazi esterni, sale ariose, con tavoli da imbandire con le massime comodità di sicurezza sanitaria per gli ospiti seduti.
Nessuno sarà stipato, neppure stressato di concentrare la sosta in tempi ‘fast’.
La cucina sarà sempre aperta, da mezza mattina fino a sera inoltrata. Senza chiusure, negli spazi come nell’orario: si potrà mangiare a qualsiasi ora, per una giusta turnazione anche dei nostri cuochi, camerieri e quanti animano la nostra Casa.
I nostri Clienti saranno liberi di cucirsi addosso l’esperienza enogastronomica più in sintonia con il loro modo di essere, del modo stesso consumare un cibo non solo buono da mangiare, ma pure buono per pensare, per gioire di quanto viene messo sul tavolo.
Sostare da noi per scoprire il piacere schietto del ‘gusto nostrano’ o per celebrare qualche evento d’intimità, magari solo per scambiare qualche opinione tra amici, davanti un buon bicchiere di vino. Noi accompagniamo da tanti ‘lustri’ in queste tappe i nostri ospiti, cercando – sempre – di esaudire il loro naturale bisogno di socialità.
La Casa è un luogo che ha sempre custodito l’evoluzione del comparto agroalimentare della Vallagarina. Adesso lo farà con maggiore determinazione. Coinvolgendo per davvero i nostri Fornitori ancor prima degli affezionati Produttori enoici.
Sicuri, ancora, di offrire autenticità. Con la consueta qualità e l’accurata selezione delle materie prime. Coinvolgendo il Cliente non solo come ‘consumatore’, ma anche e specialmente come sincero ‘consum-attore’.

 
 
 
 

Leggi +

Ricordo di un amico del Vino. E della nostra Casa

Sabato 21 Marzo 2020

Ci ha lasciato un amico sincero del vino e della nostra Casa: Gianni Mura, giornalista sopraffino, un filosofo del buon cibo (e vino) nonché un gigante della cronaca sportiva, il calcio su tutti. L'ha strappato ai suoi cari e a tutti i lettori, i cultori delle 'cose buone e giuste' - una crisi cardiaca. Lui sapeva scrivere di sport - e di vicende 'gialle' - come un filosofo, unico, inimitabile, indiscusso erede di Gianni Brera, che considerava alla stregua di un secondo papà.
Istrionico, bastian contrario, ma nel contempo rigoroso, con una disciplina professionale basata sullo studio dei poemi classici, Omero su tutti. Con una passione viscerale per la poesia, per i poeti del canto, Luigi Tenco . 
Sardo d’origine, milanese verace, con una precisa – per certi versi smodata – affezione al Trentino. Che ha iniziato a frequentare nei primi Anni ’70, quando al via della Marcialonga di Fiemme e Fassa ( arrivato come cronista della Gazzetta dello Sport ) s’innamorò di una giovanissima ragazza dello staff organizzativo: Paola Gius, la donna della sua vita, figlia di osti trentini, famiglia con la cucina ‘di tradizione’ sotto la Torre dell’Aquila, al castello del Buonconsiglio. Con lei ha girovagato in tutti i luoghi del ‘buon cibo’, diventando una coppia di bongustai tra le più autorevoli, per competenza di giudizio ( lei, nel vino ) e stupenda narrazione. Una passione per il Trentino che Gianni Mura manifestava con grandissimo riserbo. Amava le passeggiate nei boschi, alla ricerca di funghi. Lo faceva con rispetto, in sordina. Ma conosceva ogni anfratto delle foreste porfiriche attorno al lago di Pinè, sostava nei masi per assaggiare qualche frutto, formaggi nostrani e completare la sosta gastronomica ai ‘Due Camini’ di Franca Merz e di sua madre Lucia, piemontese d’origine francese. Con la quale divagava sui giacimenti gastronomici d’Oltralpe. In Pinè smaltiva il suo Tour de France. Un ‘dopo’ insostituibile, tra relax, funghi e il ripasso di qualche suo romanzo, come i suoi ‘gialli’, ambientati tra mare (Ischia) e luoghi della memoria. Ritiro pinetano per riprendersi al Tour che per Gianni era anche e sopratutto un godurioso ‘tour de force’. Ogni tappa, come ogni fuga o vicenda ciclistica era abbinata ad un vino particolare, per recuperare aromi di pietanze contadine o menù elaborati dai più blasonati cuochi, di Francia e dei paesi dove abbinava sport e cibo. Solo pura curiosità. Adesso ci mancheranno purtroppo le sue storie, talmente disincantate da essere annoverate tra le più convincenti, emozionanti mai lette negli ultimi tempi. Che il calice di vino s'alzi in tuo onore, caro Gianni, in un brindisi amaro, nel giorno della Poesia, il primo di primavera.


 
 


Leggi +

I vini della Vallagarina in tempo di Coronavirus tra affetto, speranze e sicurezza

Venerdì 20 Marzo 2020

L'immagine sintetizza la situazione Coronavirus che vivono i protagonisti del vino: preoccupazione e affetto per la vite. Un momento decisamente impegnativo che anche i soci delle nostra Casa affrontano con speranze e determinazione. L'immagine del marchese Carlo Guerrieri Gonzaga è davvero il simbolo di questa emergenza. Mercato fermo, consumi in calo, export tutto da intuire, con frontiere chiuse e il giusto pressante invito di restare a casa. Il vino non deve essere messo sotto inchiesta. Il virus non è un organismo, è semplicemente materiale genetico all'interno di un'involucro proteico. Materiale privo di enzimi e di qualsiasi cosa necessaria a svolgere anziani biochimiche, quindi ha bisogno di una cellula ospite per vivere. E il virus si trasmette attraverso l'uomo. Mai tramite gli alimenti, a patto che vengano rispettate comuni collaudate norme igieniche. Per il vino non esiste assolutamente problema, non esiste rischio: l'ha detto Pasteur ancora nel 1845 quando si beveva il vino perché, a livello igienico, era più sicuro dell'acqua. Lo ribadiscono virologi e i più preparati enologi. Amare il vino per dare speranza, per battere questa pandemia, per tornare ad essere uomini di vigna per garantire sorsi di piacere. La nostra Casa è giustamente chiusa. Ma la cultura del vino deve superare anche questi momenti. Con grazia, tra affetto e giusta informazione. Anche enologica.










Leggi +

La forza della semplicità (nel disegno) e l'autorevolezza dei Balter nel vino

Martedì 25 Febbraio 2020

L'immagine, volutamente, che vedete nel nostro blog vinario è un mix tra digitale e foto d'antan. Combinazione idonea per presentare una chicca  in tutti i sensi. A partire dall'etichetta: una forza grafica opera di uno dei tanti bambini che scorrazzano nelle gite didattiche organizzate dalle scuole elementari tra i vigneti della famiglia Balter, al Bosco della Città di Rovereto. In uno di questi momenti di cultura viticola, ecco gli 'scarabocchi' degli scolari più estrosi. Una grafia incredibilmente coinvolgente. Per segno, grinta e determinazione. Il tutto in assoluta spontaneità, nella schietta semplicità dei disegni dei più piccoli, i più curiosi e d entusiasti della visita tra vigne, botti e bottiglie di vino. Con una di queste ( i Balter hanno altre grafie simili riservate alla loro gamma di 'vini tranquilli') ecco quella che campeggia sul Traminer aromatico. Vino che non vuole assolutamente essere simile alla classica tipologia, anzi. Si mostra subito più strutturato che aromatico, con una variegata complessità gustativa, una sapidità che lo rende quasi ...croccante. Guizzo di sapore, di vitalità, di altrettanta schiettezza. Proprio come l'etichetta che campeggia sulla bottiglia. Che potrete degustare ai tavoli della  nostra Casa.

Leggi +

Al top delle Guide Vini ancora il 'nostro' San Leonardo 2015 dei Guerrieri Gonzaga

Martedì 25 Febbraio 2020

Lo ha decretato l'autorevole rivista 'Civiltà del Bere' dopo aver confrontato i giudizi di tutte e 7  guide enoiche pubblicate in Italia. Un confronto tra 'bicchieri, grappoli, stelle e altra simbologia', per stabilire l'assoluta classifica. Una graduatoria che ancora una volta ( lo era stato anche lo scorso anno ) vede un vino della Vallagarina al top tra i top del buon bere italiano. E' il San Leonardo 2015 della Tenuta dei Marchesi Guerrieri Gonzaga, in quel di Borghetto d'Avio. Un vino IGT Dolomiti che sbaraglia la concorrenza e si mantiene sul podio con uno dei miti del vino, il Sassicaia 2016. Un pari merito di supremazia incredibilmente importante. Che fa onore ai produttori, al Marchese Carlo Guerrieri Gonzaga, uno dei protagonisti anche della 'nostra Casa'. E' anche per questo che vezzosamente chiamiamo il San Leonardo come un 'nostro vino'.  Noi lo proponiamo in diversi formati e in altrettanti variegati millesimi. Rinsaldando amicizie, stimolando al confronto e all'impegno i nostri soci. Orgogliosi di annoverare  questo gioiello enologico, frutto di una passione vitivinicola di una famiglia altrettanto squisita e assolutamente amica della 'nostra Casa'

Leggi +

enoteca

Sabato 22 Febbraio 2020

La rinomata guida Vini d'Italia del Gambero Rosso presenta una nuova pubblicazione: Enoteche d'Italia. E tra le selezionate per qualità, singolarità e assoluta cultura enoica...ci siamo anche noi! Con questa descrizione, che orgogliosamente pubblichiamo sul nostro blog vinario come compare sulla nuova guida gamberista...
'Da oltre 30 anni è il baluardo enologico della Vallagarina, coinvolgendo una trentina di vitivinicoltori che operano lungo il fiume Adige, tra Trento, Rovereto, fino a Borghetto d’Avio. Cantine che a Isera hanno la loro seconda casa in quanto ognuna mette in mostra e propone – anche in mescita – le sue bottiglie migliori. Tutto questo in un costante mix di proposte culinarie e momenti di degustazione enologica, con la possibilità di abbinare ad un pasto un numero incredibile di tipologie, servite con grazia, competenza e con un rapporto qualità prezzo decisamente “pop”. La struttura è del comune d’Isera, che l’ha affidata ad un pool di cantine che a loro volta hanno indicato Luca Bini come gestore. Un anfitrione decisamente competente, che in pochi anni ha trasformato la casa in una “ambasciata del vino”. Quasi 200 le etichette selezionate, senza contare la proposta di grappe e altri validi distillati nostrani. E senza tralasciare alcune specialità agroalimentari, casearie e di cereali tutti Made in Trentino. Numerose le iniziative di degustazioni, corsi d’avvicinamento al vino, serate a tema e manifestazioni in sinergia con altre case del vino regionali'.

Leggi +

I nomi dell'amicizia

Venerdì 21 Febbraio 2020

I nomi s'intravedono sull'etichetta di uno spumante decisamente singolare. E' l'omaggio che Marco Tonini e la sua famiglia ha voluto fare a quanti hanno creduto nelle potenzialità 'briose'  dei Tonini, viticoltori assolutamente artigianali, veraci interpreti della consuetudine vinaria di Isera. Nomi per coinvolgere, nomi di persone che hanno deciso di condividere la sfida dei Tonini e che adesso possono vantare di avere un vero e proprio 'cru' di Trento Doc. Spumante di assoluta scorrevolezza gustativa, decisamente amichevole. Del resto lo confermano i nomi che si leggono sotto l'impronta di questa microscopica 'maison', da subito impostata al rispetto dei valori più genuini della degustazione. Con il vino -in questo caso uno spumante altrettanto coinvolgente - he lascia spazio alla gioia e alla fantasia, pure alla curiosità. Magari quella di abbinare i nomi alla faccia di altrettante persone. Moltissime -praticamente tutte ... - sinceramente legate alla nostra Casa. Per brindisi sinceri. Come l'amicale omaggio voluto dai Tonini.

Leggi +

La Casa in trasferta ad Asiago con 4 alfieri

Sabato 15 Febbraio 2020

La Vallagarina e l'Altopiano di Asiago, per un momento di gioviale condivisione enologica. Una trasferta in quota per quattro  assoluti alfieri della nostra Casa che animeranno una speciale cena in uno degli hotel più suggestivi di Asiago, lo Sporting, fascinosa struttura di un'antica casa familiare recentemente ristrutturata, situata nel cuore della borgata, che offre tutta una serie di comunità, dal Centro benessere alle suite esclusive, senza tralasciare importanti spazi riservati al cibo e al buon vino. Proprio per coniugare momenti di relax con altrettante piacevolezze degustative la nostra Casa 'manda' in trasferta alcuni nostri alfieri, per una serata all'insegna dei vini autenticamente lagarini. Proposti prevalentemente in bottiglie formato magnum, proprio per rilanciare l'esclusività del momento. Ecco allora in apertura il Morus Trentodoc della Cantina sociale di Mori, brindisi conviviale, in attesa dei piatti di un menù che vede il cibo abbinato con il Sauvignon di Borgo dei Posseri, per giungere al terzo alfiere protagonista dell'Asiago Sporting Moments: il Goldtraminer della  Cantina Lagertal. Una sequenza culinaria che annovera l'altrettanto esclusivo -  anche nel formato della bottiglia, un dopo magnum! - Pinot Nero 2014 Maso Corno dell'azienda Giulio Larcher. Non mancheranno altre sfizioserie, come l'altrettanto vanto caseario di Asiago, i prodotti del Caseificio Pennar. Appuntamento goloso, sabato 22 febbraio a partire dalle ore 20.00 Sporting Hotel&Spa, Piazza Pertile di Asiago.







Leggi +

Aldeno, il vino sostenibile

Lunedì 10 Febbraio 2020

Aldeno, il borgo vitato che è sinonimo di merlot. E che da qualche anno lega maggiormente le sue viti al concetto e pratiche di vitivinicoltura ecosostenibile. Nel pieno rispetto della tradizione locale, con lo spumante Trentodoc in gran spolvero. Merito di una sagace gestione della Cantina sociale Aldeno, una struttura che s'appresta a festeggiare il secolo di attività e che dopo aver legato la sua evoluzione al merlot - per anni si svolgeva il Concorso Nazionale riservato a questo vitigno/vino - adesso recupera l'antico toponimo romano Altinum per affascinare il consumatore con una 'bollicina' di gran classe. Spumante classico Trentodoc alfiere di una serie di vini che rispettano pure pratiche di vinificazione non solo biologiche, pure vegane. E' la prima canina sociale a puntare su questa specificità- Con una goccia - come si vede nella foto della Guida Prosit - che coinvolge già alla vista. E invita ad assaggiare la gamma dei vini che Aldeno mette a disposizione di quanti sostano ad Isera, ai tavoli della nostra Casa. Abbinamenti e piacevolezze, per la naturalità del vino. Di Aldeno e per i più attenti consumatori, rispettosi di chi custodisce il vigneto anche per offrire vini di stampo naturale e di grande armonia.

Leggi +

Un vino per gli innamorati. Da ricercare, con amore

Lunedì 10 Febbraio 2020

E' il giorno che conforta l'amore. Anche col vino. E se questo è dedicato al santo della ricorrenza San Valentino diventa ancora più intrigante.  Per capirlo basta soffermarsi ad Isera alla nostra Casa e - tra i tanti gioielli enoici a disposizione - chiedere  il vino che porta il nome del 'giorno degli innamorati'. Come quello che da diverse vendemmie propongono i Tomasi, quelli dell'azienda La Cadalora, a Santa Margherita di Ala, vitivinicoltori ancor più che vignaioli, enologi e accorti custodi della diversità viticola della Vallagarina. Esprimono i valori più sinceri del loro ambito territoriale. Recuperando varietà di viti stanziali, senza tralasciare vitigni di rango, esclusivi. Proprio come il Pinot Nero. Che propongono dedicandolo al santo di queste ore, anche se il legame è dal nome del sito dove accudiscono le uve. Un Sanvalentino - tutta una parola - che conquista per scadenza e grande eleganza. Specialmente se nel bicchiere è presente un vino con alle spalle qualche annata. Che esalta ulteriormente il fascino del Pinot Nero. E stuzzica piacevolezze. Da innamorati...

Leggi +

111, numero per una carica briosa

Giovedì 6 Febbraio 2020

Ha in etichetta un millesimo che onora la sua storia. Che risale addirittura al 1901! Quando a Nomi Emanuele Pedrotti inizia produrre vino. Una passione di famiglia coltivata dalle nuove generazioni e ora ulteriormente rilanciata da Donatella e Chiara, le due sorelle della 'maison', azienda spumantistica da qualche tempo annoverata anche tra le protagoniste della Nostra Casa. Propongono una bella gamma di Trentodoc, bollicine identitarie, molto accattivanti, decisamente ben impostate. Come questo 111, Pas Dosè , una Riserva frutto della vendemmia 2012, appunto centoundici anni dopo la fondazione della cantina. Spumante di rango, esclusivo e destinato a veri intenditori. Matura inoltre nella suggestiva cantina scavata nella roccia, una vera e propria 'cattedrale', già osannata da Luigi Veronelli in una visita/degustazione del 1982. Il Maestro della critica enoica avrebbe sicuri elogi anche per questo 111. Ha un luminoso profilo, smagliante come il sole dolomitico; solletica note floreali di biancospino, agrumi in via di maturazione, pure di tè verde, con un sottofondo di brioche appena tostate. Palato scosso e nel contempo solido, dinamico, con lanci setosi in una freschezza tutta da assaporare. Lo troverete ai tavoli della Nostra Casa, affiancato da altre 3 versioni delle Pedrotti.

Leggi +

Marco Spagnolli, i vini dell'anima

Giovedì 6 Febbraio 2020

'Il nostro terroir non è un posto della Terra, ma è un luogo dell'anima'. Campeggia questa scritta nella minuscola, affascinante cantina di Marco Spagnolli, viticoltore di rara quanto assoluta dedizione alla vite. Non a caso la sua azienda è in località La Vigne, tra i filari dei terreni basaltici che segnano Isera. Da trent'anni accudisce varietà a bacca rossa, privilegiando vitigni di stampo internazionale, per cimentarsi con la forza e la genialità del vino più esclusivo. Vendemmia le sue uve e le pigia in una struttura che lui orgogliosamente definisce 'vin de garage', in perfetta sintonia con i 'vignerons' più caparbi. Proponendo solo due vini, uno decisamente importante, l'altro degno suo alfiere. Il Fior di ciliegio è decisamente un must. Da uve Cabernet Sauvignon vinificate con una tecnica di parziale appassimento e mirata rifermentazione in piccole botti di rovere americano, dove il vino matura per quasi 3 anni. Ne scaturisce un rosso di magistrale aromaticità, decisamente sensuale, che coinvolge per note speziate, sentori di foglie officinali, con una soffusa balsamicità. Ed è ancora più carezzevole al palato, con una morbidezza supportata da tannini perfetti, che nel finale richiamano la piacevolezza della ciliegia nostrana. Ecco perché Marco Spagnolli ha dedicato questo suo vino Fior di ciliegio ' ai sognatori e alle donne'. Pienamente in sintonia anche La Vigne, l'alfiere Ciliegino: stessa tecnica di parziale appassimento e rifermentazione di uve miste in perfetto stile Bordeaux, tra Cabernet Sauvignon, Merlot e Cabernet Franc, con maturazione più contenuta, nelle botti di rovere, attorno ai 2 anni, per un vino altrettanto coinvolgente, più snello, elegante, pure gioioso. Due vere chicche che potrete assaporare nella nostra Casa. Per carpire i sogni che stimolano i vini rari.














Leggi +

Sajni Fasanotti, la novità di Mori

Giovedì 6 Febbraio 2020

E' l'anteprima per eccellenza. Vera e propria 'new entry', tutta da scoprire e da assaporare. Una sfida impostata da Umberto Sajni Fasanotti, imprenditore lombardo/svizzero, rinomato produttore di strumentazioni analitiche ( spettroscopi per uso medico scientifico, unici al mondo ) che ha acquistato un podere collinare a Mori, Maso Palt, sulle pendici del Baldo, per avviare una mirata produzione di vini autenticamente trentini, anzitutto della Vallagarina. Presenta una sua primissima 'griffe', questo Trento di giusta brillantezza e precisa identità. A partire dal suo nome, Primo Dominie, spumante che stimola subito gioiosi brindisi. Per stuzzicare e scoprire altri vini che questo imprenditore sta elaborando con grande attenzione ai caratteri del territorio lagarino. Spumante classico, cuvèe tra chardonnay e pinot nero, uve di vigneti 'montanari', per un brut dalla piacevolezza immediata, che non cerca performance evolutive e sprona all'assaggio per il suo profilo con sfumature floreali mixate tra sambuco, scorze di limone, susine e mela croccante. Al palato giunge tonico, ben bilanciato, materico nella corposità del frutto, sapido e di scattante bevibilità. Proprio in assoluta sintonia con la filosofia enologica dell'azienda, prossima all'apertura al pubblico della sua cantina in quel di Mori. Intanto potrete degustare questo Trento ai tavoli della nostra Casa, onorata di annoverare tra i suoi soci anche il dottor Umberto Sajni Fasanotti.




Leggi +

I vini di Palazzo Lodron. Con Mozart che torna in Vallagarina.

Martedì 10 Dicembre 2019

Ha il fascino della storia e nel contempo stimola l'innovazione vitivinicola più schietta della Vallagarina. E' il progetto enoico  ospitato nel fascinoso Palazzo Lodron, residenza della blasonata dinastia in quel di Nogaredo. Vigneti accuditi come giardini, vigne di Cabernet e merlot all'interno di una cinta muraria che evoca vicissitudini di ruralità e altrettanta intuizione nobiliare. Da un paio di vendemmia le suggestive, profonde cantine, ospitano moderne botti vinarie - con la regia dell'enologo Walter Schullian - e in queste settimane si stanno assaggiando i primissimi risultati. Con vini d'assoluta personalità. Legati al 'Progetto Lodron' voluto da Olivia Volpini de Maestri, legami dinastici con una famiglia originaria di Storo, protagonista dal 1100 a tantissime diatribe, dalle Crociate all'espansione in Vallagarina e verso Salisburgo, con Paride Lodron arcivescovo e grande innovatore, non solo ecclesiastico. Adesso i discendenti dei Lodron intendono riportare Nogaredo ai fasti del Settecento. Quando proprio in questo palazzo si fermò il mitico Mozart. E dove compose, nel 1776, una singolare partitura: il Divertimento Numero 10, che fa parte della Lodron'schen Nachmusik (KV247) dedicata alla contessa Antonia Lodron. In onore di questa 'musicalità mozartiana' è dedicato uno dei tre vini dell'azienda, in attesa che il loro 'super lagarino' - il Rizzoi - finisca di affinare in bottiglia. Intanto però l'azienda ha aderito alla nostra Casa del Vino. Dove si possono già gustare due loro vini. Richiamando melodie che oltre al Divertimento stimolano la fantasia.

Leggi +

Vallagarina al top su Berebene

Lunedì 25 Novembre 2019

Vini buoni a prezzo ragionevole vale a dire attorno ai 13 Euro la bottiglia. Una guida che il Gambero Rosso edita da tanti anni e che conquista un numero sempre maggiore di lettori, di consumatori attenti al famoso rapporto prezzo/qualità, Berebene, parola unica, per valorizzare costantemente le migliori realtà enologiche con un prezzo d'altissimo livello. Come dire: mano sul portafogli, ma anche una garanzia qualitativa indiscutibile. Tra i 1450 ottimi vini italiani sotto i 13 euro, ne troverete una decina anche sui nostri scaffali, con la nostra Casa orgogliosa di proporre  chicche qualitative per niente onerose. Così potete trovare i vini della Vallagarina premiati da Berebene, un attestato d'indiscutibile valore. Vallagarina zona che campeggia tra quelle prese in esame in Trentino. Premi ad alcuni assoluti interpreti del buon bere - e dunque del Berebene...- come il Traminer Bio cantina Aldeno, il Lagrein-Merlot di Nicola Balter, il Pinot grigio di Bongiovanni. Poi la Nosiola di Cavit, per non parlare del Marzemino: quello della Cantina d'Isera e l'incofondibile di Marco Tonini. E ancora lo Chardonnay della Cantina Mori Colli Zugna, il Pinot Nero di Vivallis e - in chiusura, ma ovviamente non per ultimo - il Trentatrè di Vallarom.



Leggi +

Bib Gourmand dalla Michelin

Mercoledì 30 Ottobre 2019

Ci siamo anche noi! E' con orgoglio e soddisfazione che ci giunge la notizia  di essere stati annoverati nella lista dei 266 ristoranti Bib Gourmand d'Italia curata dalla prestigiosa Michelin. Si tratta di locali premiati per il loro splendido rapporto prezzo/qualità, posti dove è possibile mangiare un menù completo a meno di 35 Euro, contrassegnati non dalla caratteristica punto bit stella, bensì della simpatia mascotte Michelin con faccione e lingua fuori. La presentazione ufficiale della Guida verrà fatta a Piacenza, il 6 novembre. Intanto godiamo questa bella anteprima.








Leggi +

Il Metodo classico dei Marchesi Guerrieri Gonzaga

Mercoledì 30 Ottobre 2019

Trasferire nella briosità del vino tutto il fascino e l'autorevolezza di una dinastia di nobili vitivinicoltori. E farlo con altrettanta competenza, ma sopratutto con passione e precisi obiettivi qualitativi, pure esclusivi. Nasce da questo la sfida dei Marchesi Guerrieri Gonzaga che in queste settimane presentano uno strepitoso Trento Doc, un metodo classico di assoluta vivacità e con l'indelebile carattere di un Blanc de blancs mirabilmente Pas dose. Una Riserva 2015 attentamente 'studiata' anzitutto dal giovane Anselmo Guerrieri Gonzaga e 'tirata' in poche migliaia di bottiglie - attorno le 10 mila - prima uscita di un progetto spumantistico che guarda lontano, verso una qualità indiscutibile e una giusta produzione quantitativa. L'anteprima  del Marchesi Guerrieri Gonzaga - che si potrà scoprire nella 'nostra Casa' - è decisamente convincente. L'eleganza e la cremosità, per omaggiare l'indomito valore dello chardonnay trentino, per un primo approccio decisamente delicato naso, con timbri floreali tra il sambuco e la mela di montagna, con nuance evolutive che rievocano sentori di pane, pasta frolla e le albicocche dolomitiche. L'assaggio è talmente armonico che non richiama l'assenza di dosaggio. Risulta pure pieno, con ulteriori  sensazioni agrumate, per un finale avvolgente quanto di  godibile sofficità.

Leggi +

wine&more, per festeggiare la vendemmia. E non solo.

Martedì 22 Ottobre 2019

La vendemmia è alle spalle e la 'nostra Casa' torna a puntare sui piaceri della conviviali, aprendo le porte ad alcune eccellenti produzioni di comunità distanti dalla Vallagarina. Giuste 'contaminazioni di piacevolezze'. Nasce da questo la nuova edizione di Wine&More, al via tra qualche giorno. Ospiteremo alcuni protagonisti del cibo più sincero, tra degustazioni eroiche e confronti tra realtà enogastronomiche diverse, unite però dalla ricerca della qualità. Lo ribadisce il 'nostro Presidente', Stefano Marzadro.  Perchè con ‘Wine & More’ si riesce a coinvolgere i nostri soci produttori con quelli che portano ad Isera altre esperienze, in uno scambio conviviale molto suggestivo. Promuovendo su vasta scala i prodotti locali, quelli che in nostri soci mettono a disposizione del pubblico e dei consumatori che giungono anche da lontano, curiosi d’assaporare esperienze gustative diverse, unite dalla medesima filosofia: qualificare l’offerta, per uno scambio reciproco di piacevolezze.
Ospiti entusiasti di confrontarsi. Ecco allora Andrea Testa, vitivinicoltore di Carpi, che assieme alle versioni del suo Lambrusco proporrà una serie di Gnocco Fritto preparati 'in diretta', da alcune ‘razdore’, vale a dire le donne che nella tradizione modenese cucinano per la piacevolezza del banchetto, in un mix di gusto e sapori decisamente popolari. Quelle che saranno alla ‘nostra Casa’ fanno parte dell’associazione Ushac, impegnate nel volontariato, in aiuto a famiglie meno fortunate, a persone con disabilità. Sarà un momento di baratto – sostiene Andrea Carpi, vignaiolo nonché oste alla trattoria Santa Croce di Carpi – per scambiare il nostro rosso tipico con qualche ottimo vino della Vallagarina.
L'evento prevede anche una sfiziosa sequenza di pizze, sfornate da due pizzaioli d'autore: Bruno Costanzo e Filippo Crippa. Gli unici due del Trentino Alto Adige  in classifica tra i primi cento migliori pizzaioli italiani presenti nella Guida di Luciano Pignataro, un 'lume' della vera pizza Made in Napoli. Bruno Costanzo del Corallo di Trento e Filippo Crippa del Bistrot Dolomieu di Andalo, sforneranno pizze 'a 4 mani', due stili diversi di preparazione, uno prettamente napoletano, l'altro in chiave trentina. Burrata, alici di Cetara, ma anche ingredienti dolomitici, salmerino e cervo compreso, su pizze diverse, decisamente golose. A proposito di golosità. Il dolce sarà a cura dell’estro di Loris Oss Emer, pasticcere che sull’Altopiano di Pinè ha aperto una vera e propria ‘scuola per l’arte dolciaria', il Pianeta Dessert. Presenterà una serie di sfiziosi dessert, serviti in caratteristici bicchieri, per esaltare ingredienti nostrani e far gustare singolari abbinamenti. Come l’Essenza del bosco’, un cremoso a base di cioccolato caramellato, purea di lampone, mousse di cioccolato con meringhe balsamiche. La sorpresa potrebbe essere legata anche all’anteprima di un panettone, che la ‘scuola di Pinè’ s’appresta a sfornare in questi giorni. Tutto questo tra piacevolezze, amenità rilassanti, per vivere nella 'nostra Casa' momenti d'assoluto relax e godibile convivialità.

 
 
 



Leggi +

Slowine e I vini della Vallagarina: porte aperte all'eccellenza

Venerdì 27 Settembre 2019

Tempo di bilanci per i riconoscimenti ottenuti dei vini sottoposti al giudizio delle guide enologiche. Lo staff enoico di Slow Food usa dedicato molta attenzione anche ai vini della Vallagarina. Premiando anzitutto il San Leonardo della Tenuta dei Marchesi Guerrieri Gonzaga, definito 'Grande Vino' in piena sintonia con altri due eccellenti prodotti di soci della Nostra Casa: il Pragiara 2016 di Ruggero de Tarczal e il Trento Dosaggio Zero Riserva 2012 di Lucia Letrari. Altro importante traguardo anche per Lorenzo Bongiovanni, caparbio quanto preparato vignaiolo di Sabbionara d'Avio, che da Slowine si 'becca' la chiocciola per il suo Vino Slow Marzemino 2017. Premi più che meritati e che noi della 'Casa del Vino' ostentiamo con gioioso orgoglio.



Leggi +

Quattro 'nostre' cantine con TRE BICCHIERI 2020

Venerdì 27 Settembre 2019

Complessivamente sono 12! Un conteggio volutamente ironico, ma che dimostra come ben 4 aziende 'socie' della Nostra Casa abbiano conquistato i mitici Tre Bicchieri del Gambero Rosso, la guida enologica per eccellenza, una bibbia del buon bere. Che anche quest'anno ha assegnato il massimo del riconoscimento a solo 13 vini del Trentino, 4 di questi legati alla Vallagarina. Grande la soddisfazione e l'orgoglio di far parte di una squadra di valore.  In ordine alfabetico: Nicola Balter. con un portentoso Trento Mas Dosè 2013, uno spumante di rara finezza e giusta prestanza dinamica. Poi troviamo anche Cavit, con il super collaudato Trento Brut Altemasi Graal Riserva 2012, uno spumante davvero classico, pronto ad ogni sfida e per un mercato altrettanto variegato. Le bollicine del Trento ancora sugli scudi della Vallagarina con Lucia Letrari e il suo Dosaggio Zero Riserva 2012, grande gentilezza femminile, per un vino che incarna l'indole indimenticabile del Maestro Nello Letrari, lo possanza e leggiadra, giocoso, complesso e per nulla complicato alla beva. Si chiude in gran spolvero con il San Leonardo 2015, il vino rosso dei Marchesi Carlo e Anselmo Guerrieri Gonzaga, un tripudio di eleganza, una conferma strepitosa di come questo vino riesca ad essere un vero messaggero enoico della Vallagarina. E - lasciatecelo dire - della Nostra Casa...

Leggi +

La tavola enoica

Mercoledì 11 Settembre 2019

Cibo e vino come cultura, perché nascono da una scelta. Comportamenti determinati da una esigenza che l'uomo può scegliere. Perché solo l'uomo 'elabora in cibo', cucinando, mangia proprio quanto trasforma in cibo. Ecco perché in tempi di vendemmia le scelte dei vignaioli, l'impegno dei cantinieri diventano forme di cultura materiale. Trasformando le uve in vini. Da proporre poi nei banchetti, nella convivialità della tavola. Ecco perché campeggia su queste note l'immagine medioevale di un banchetto enoico. Sulla tavola deve giungere cibo che stimoli la condivisione e vino di giusta bevibilità, buono per lo stomaco oltre che per la mente.  Con l'equilibrio tra la spontanea freschezza e la godibile sapidità gustativa. Lo sottolineano i più autorevoli sommelier. Come Olivier Poussier che alla Revue du Vin de France ha ribadito alcuni suoi concetti, intelligentemente ripresi ( come solito fare) da Angelo Peretti, storico critico enogastronomico, su Internetgourmet. Che scrive: a fare un buon vignaiolo concorrono per il cinquanta per cento la capacità di osservazione del proprio terroir e per l’altro cinquanta per cento la padronanza nella gestione della vendemmia. In effetti, la capacità di “leggere” il proprio ambiente, naturale ed umano, e quella di “rovinare il meno possibile” l’uva d’eccellenza portata in cantina sono due prerogative essenziali di chi faccia del buon vino. Una tesi che anche noi della 'Casa' cerchiamo di rispettare il più possibile.

Leggi +

Vendemmia 2019: ricordi e sperimentazione d'avanguardia

Mercoledì 11 Settembre 2019

 ‘Faceva freddo e tra i filari portavamo un braciere. Per riscaldarci, tra un cestone di uva e qualche tino sistemato su carri trainati da buoi. Adesso, nei vigneti, ci vorrebbe un ventilatore…altro che carboni ardenti’. Nello Letrari, il patriarca dei vignaioli trentini descriveva così l'inizio della sua purtroppo ultima vendemmia, nel settembre '17. Una considerazione che dimostra come tutto sia cambiato.  Clima, ma anche metodi e sistemi di raccolta. Quando andava bene, si vendemmiava dopo la metà di settembre. ‘Staccando’ pinot grigio, sistemato in grandi cassoni di legno, per poi essere caricati su vagoni ferroviari, destinazione Piemonte. Dove le uve ancora acide, spesso insidiate da marciume, servivano per la produzione del liquoroso vermouth. Adesso si vendemmia  in funzione dello spumante classico, quel Trento che ha la DOC nel marchio. Così già pochi giorni dopo Ferragosto le cantine delle ‘bollicine’, sono scese in vigna. Per stabilire tempi e modi per 'incantinare' uve ‘base spumante’. Per i rossi, c’è tempo.
Dunque, vendemmia 2019 tra speranze e problemi. Come di consueto. Diffuso ottimismo tra i Soci della 'nostra Casa'. Specialmente tra quanti già in queste 'fredde' giornate settembrine hanno i primi riscontri delle fermentazioni delle 'basi spumante'. Che non hanno risentito più di tanto del cambio climatico. Nei vigneti il monitoraggio è stato costante, pure scientifico. Con tecniche di controllo che hanno sfruttato pure sperimentali indagini satellitari. Per coniugare tradizione con innovazione. In Vallagarina si guarda al futuro anche con queste tecniche.
Per avere - in un prossimo futuro - un vino più sano, rispettoso della tradizione contadina più schietta e conviviale. Ma anche affrontare nuovi approcci sensoriali al vino, per uno stile di consumo che sarà pure suggerito da scelte agronomiche dettate ... dai satelliti.
Ne è convinto il professor Attilio Scienza, dell’Università di Milano, un trentino ritenuto forse il più esperto di storia viticola al mondo. ‘Superare assurdi concetti di avere vini perfetti, standard, ma non in grado di stimolare nuovi approcci sensoriali. Il vino del futuro, anche in Trentino, dovrà essere un mix di tradizione e la sperimentazione più avanzata, direi ‘spaziale’. Proprio così: un monitoraggio informatico e satellitare per prevedere temperature e dunque precise date dell’andamento vendemmiale.
Senza rimpiangere il passato. Quando – lo sottolineava ancora Nello Letrari – la vendemmia era preceduta da una gita verso il mare, Venezia, occasione spensierata per spiegare ai contadini, ai vendemmiatori, i problemi che si dovevano risolvere sotto le pergole. ‘ In Vallagarina, il lambrusco a foglia frastagliata, si raccoglieva solo dopo il 2 novembre – spiegava il compianto Patriarca – il giorno dei morti’. Forse per sperare nella resurrezione. La rinascita. Del vino.

Leggi +

Grappa, e la Casa diventa ... Città del Vino

Sabato 27 Luglio 2019

Altro che 'peccato alchemico dei senza speranza!'. La grappa è uno spirito di valore, un simbolo del buon bere, legami assolutamente italiani, e con i Mastri Distillatori più preparati. Ecco che l'Associazione nazionale Città del Vino è scesa in campo per tutelare, valorizzare e promuovere questo pregiato distillato, organizzando un Concorso Grappa, competizione svoltasi nel recente incontro enologico a Frascati. Ebbene la nostra Casa, ad Isera, ha ospitato la premiazione ufficiale, alla presenza di tutto lo staff dirigenziale dell'Associazione Città del Vino. Consegnando il Primo premio assoluto ad una distilleria trentina, la Pezzi di Campodenno. Medaglia d'Oro ottenuta grazie ad una strepitosa, saudente Grappa Mèmora 1950, ben 43gradi, categoria 'stravecchia', che ha ottenuto il punteggio massimo della Giuria: 93,50 punti su 100. Cerimonia conviviale, alla presenza del Presidente Floriano Zambon - che ha ribadito come l'occasione rafforzi il legame delle Città del Vino con gli 'artigiani del gusto', i mastri distillatori più accorti e le comunità rurali decise a valorizzare le produzioni enoiche - del Direttore generale CdV Paolo Benvenuti - da anni legato ad Isera - nonché il coordinatore Franco Nicolodi, alcuni Ambasciatori - Carlo Rossi e Nereo Pederzolli - il sindaco d'Isera Enrica Rigotti ed altri componenti il Coordinamento regionale. In chiusura una degustazione di grappe ed un singolare cocktail a base di Mèmora, appositamente studiato dal nostro staff di Casa del Vino. Per una sera...(più del solito) Città del Vino e della Grappa.





Leggi +

Vigna Eccellente, premiata dall'Euregio

Martedì 16 Luglio 2019

Il vino nasce anzitutto in campagna. E se la vigna è coltivata con maestria... il risultato è eccellente. Riconosciuto pure dal' Euregio. Proprio così. Il progetto oramai collaudato della Vigna Eccellente, varato dal Comune d' Isera, è stato premiato, assieme ad alcune iniziative agronomiche innovative, come quanti tutelano il Marrone di Castione, nonché la coltivazione di una trentina di diverse varietà di peperoncino. Con Isera decisamente protagonista grazie alla sua 'eccellente vigna di Marzemino'. Alla premiazione erano presenti Franco Nicolodi, vicesindaco e Federico Rosina, assessore comunale al turismo, tra i più convinti sostenitori di questo lungimirante progetto. Adesso Isera pensa già a mettere in atto la prossima edizione autunnale , con alcune novità, ancora 'coperte' dal riserbo, per attirare maggiormente l'attenzione di buongustaio ed estimatori del Marzemino. In azione anche l'Associazione Città del Vino, che da sempre 'patrocina' il progetto e lo rende autorevole sotto tutti i  profili. Intanto, ad onorare questo Premio Euregio noi della Casa del Vino invitiamo tutti a (ri)scoprire il fascino del Marzemino, brindando a nuovi importanti successi. Prosit!






Leggi +

Campioni del Mondo! Spumanti Vallagarina al top

Martedì 16 Luglio 2019

Spumanti trentini sul podio più alto e prestigioso nel Campionato Champagne & Sparkling Wine Advord, la più importante competizione del pianeta sui vini del perlate. Per la prima volta le 'bollicine' italiane hanno relegato in secondo piano le blasonate delle maison francesi. Battendoli sulla qualità e lo hanno fatto grazie proprio ad alcuni interpreti del Trento DOC - Famiglia Lunelli su tutti, con ben 15 Ferrari premiati ! - mettendo in evidenza anche alcune 'chicche' della Nostra Casa del Vino.
Ecco, in ordine rigidamente alfabetico, le Medaglie ottenute dalle cantine nostre associate:

ALTEMASI
GOLD Altemasi 2015 Millesimato
Trentodoc, Trentino-Alto Adige, Italy (150cl, 12.5 %)
100% Chardonnay (7g RS)
SILVER Altemasi 2011 Riserva Graal
Trentodoc, Trentino-Alto Adige, Italy (75cl, 12.5 %)
70% Chardonnay, 30% Pinot Noir (6g RS)
SILVER Altemasi 2010 Riserva Graal
Trentodoc, Trentino-Alto Adige, Italy (150cl, 12.5 %)
70% Chardonnay, 30% Pinot Noir (6g RS)
SILVER Altemasi 2015 Millesimato
Trentodoc, Trentino-Alto Adige, Italy (75cl, 12.5 %)
100% Chardonnay (7g RS)


CANTINA ALDENO
SILVER Cantina Aldeno 2015 Altinum Pas Dosé
Trentodoc, Trentino-Alto Adige, Italy (150cl, 12.3 %)
90% Chardonnay, 10% Pinot Noir (1g RS)
Cantina d’Isera
GOLD Cantina d’Isera 2013 1907 Riserva
Trentodoc, Trentino-Alto Adige, Italy (75cl, 12.5 %)
100% Chardonnay (4g RS)

CANTINA ISERA
GOLD Trentodoc 100% Chardonnay

LETRARI
GOLD Letrari 2010 Dosaggio Zero Riserva
Trentodoc, Trentino-Alto Adige, Italy (150cl, 12.5 %)
60% Chardonnay, 40% Pinot Noir (0g RS)
GOLD Letrari 2010 Brut Riserva
Trentodoc, Trentino-Alto Adige, Italy (150cl, 12.5 %)
60% Chardonnay, 40% Pinot Noir (6.2g RS)
 

Leggi +

Graminè ancora sugli scudi.

Giovedì 4 Luglio 2019

E' il colore del momento, il vino che interpreta una tendenza, la rende piacevole e assolutamente gioviale: è il rosè. Interprete di una giusta evoluzione enologica, mirata ad offrire vini di grande piacevolezza. Come qualche 'rosè' che trovate sulle tavole della 'nostra Casa'. Con una citazione doverosa: quella dedicata al Graminè, Pinot grigio di Longariva. Una dedica speciale, una critica affettuosa, proposta da Angelo Peretti sul suo blasonato blob Internetgourmet. Dove si legge, testualmente : ai francesi non c’è proprio bisogno di insegnare niente in fatto di creatività nella terminologia vinicola. Prendiamo il mondo dei vini rosa. In genere quelli che fanno loro sono noti come rosé, e infatti il rosé francese – il provenzale in primis ma non solo – spopola nel mondo. Ma su certe bottiglie transalpine, che lasciano trasparire un vino dell’inconfondibile, chiaro, brillante colore rosa, ci vedete scritto “vin gris”, vino grigio. Che è poi un’altra maniera di dire rosé, e una volta la si usava per i vini rosa più chiari di tonalità.
Pensavo a questa faccenda quando, qualche settimana fa, mi godevo un calice del Graminé. Un vino trentino che viene dal pinot grigio vinificato “in rosa”. Un “ramato” lo definirebbe il nostalgico delle nomenclature italiche. Un “blush” lo chiamerebbero gli americani, che definiscono così il Pinot Grigio che “rosateggia”. Un “rosato” per via della livrea che è buccia di cipolla. Ecco, se avessimo avuto più coraggio e magari anche maggior confidenza con il mondo “rosa” del vino, anche noi in Italia avremmo potuto creare la categoria del “vin gris”, come i francesi. Soprattutto considerato il fatto che noi tradizionalmente un po’ di Pinot Grigio “in grigio” l’abbiamo sempre prodotto. Sempre. E che il pinot grigio è una varietà che si chiama così perché è, appunto, un “vitigno a uva grigia”, definizione che trovo sull’Enciclopedia del Vino edita da Boroli. Anche se dà soprattutto – quasi solo ormai – vini bianchi. Vabbé, son tutte elucubrazioni mie. Resta il fatto che, pur non sapendo perfettamente se ascrivere o meno questa bottiglia sotto la casistica del “vino rosa” (a motivo della sua “anomalia” e specificità), il Graminé è davvero un gran bel vino. Che non mi ha mai tradito negli anni, anche se per mia grave colpa non lo bevevo da troppo tempo. Lo fa, da parecchio tempo ormai (dal 1980, per essere esatti), Longariva, l’azienda agricola di Marco e Rosanna Manica, persone squisite e riservate, che propongono vini dalla forte impronta territoriale, e il territorio è quello della Vallagarina, in Trentino appunto, intorno a Rovereto, vicino Isera. Proviene, come detto, dall’uva del pinot grigio, che loro preferiscono chiamare, alla tedesca, Ruländer. Ha freschezza, tensione, dinamica persistenza, splendido finale sottilmente tannico. Un tripudio di fiori e di fruttini, succosissimi. Insieme, la gioiosità della beva e una tempra di consistente serietà. Se non lo conoscete, non fatevelo scappare.











Leggi +

Grappa d'estate, per un traguardo lungo 70 anni

Martedì 2 Luglio 2019

Settant'anni e non sentirli. O meglio: se la senti - nel naso - non la dimentichi più, perché ti rimane quel 'sentore' di magia, di suadenza, pure di giusta trasgressione alchemica. La dinastia dei Marzadro stanno festeggiando in questi caldi giorni d'estate i loro 'lustri distillatori'. Recuperano il calore degli alambicchi ardenti nei mesi freddi, per proporre un vero distillato di sapienza. Ottimo anche e specialmente d'estate. Grappa che racchiude i saperi di una famiglia di Brancolino che ha declinato il suo nome in grappa sopraffina. Riconosciuta tra i top italiani del bere alcolico. Con produzioni sempre più innovative, anche a livello sensoriale. Grappe che non rievocano il bere rude di certi contadini infreddoliti, ma distillati che parlano un linguaggio semplice e schietto, capace di coinvolgere i consumatori più attenti, responsabilmente, abbandonando certe forme di linguaggio aulico in uso tra esperti, ma non idoneo per gli appassionati di un 'bere forte, ma bene'. Distilleria che vanta tutta una serie di primati, compreso quello di essere stata la prima a scommettere sui valori territoriali della Vallagarina. Distillando già a metà degli anni '70 vinacce di Marzemino, per una grappa monovarietale. Escalation qualitativo sempre in evidenza. Stefano Marzadro, presidente pure della 'nostra Casa del Vino' per questo importate traguardo ha presentato una serie di progetti aziendali. Mirati a valorizzare l'habitat bagarino e non solo il 'brand' aziendale. Per diffondere su vasta scala i valori della Vallagarina. Grazie alla grappa. Raccontando questo territorio, i suoi luoghi, rendendoli fruibili a più persone.

Leggi +

Sensazioni degustative tutte da definire.

Giovedì 13 Giugno 2019

Sensazioni vinose, tutte da definire. Anche nei contorni dell'immagine stessa di un calice di vino. Perché l'approccio al vino è essenzialmente una questione d'impulso sensoriale. Con un piccolo dilemma: si degusta un calice di un buon vino - bianco, rosato o rosso, per semplificazione - facendo affidamento sull'immediatezza degli aromi o sulla profondità dei sapori? Un dilemma che da qualche tempo mobilita schiere di professionisti dell'assaggio. Tra i fautori 'del naso' e i più ossequiosi dei canoni che vogliono 'far parlare essenzialmente la bocca'. Fragranze contro sapori o ricordi sensoriali che abbinano entrambi? Se ne discute anche ai tavoli della nostra Casa, durante qualche occasione conviviale, ma pure nei Corsi d'avvicinamento al vino che i giovani nostri collaboratori stanno frequentando, coordinati da esperti in Educazione sensoriale. Esemplare - nella curiosa diatriba - è quanto si legge in una intervista che Gabriel Lepousez, docente francese di neuroscienze, ha dato a La Revue du Vin de France. “I degustatori che si fondano molto sulla bocca – afferma – sono generalmente più solidi, vale a dire più affidabili”. E probabilmente, aggiunge, questo genere di degustatore, se assaggia lo stesso vino in quattro circostanze diverse, ha più possibilità di percepire quattro volte le stesse espressioni gustative. Ha ragione o si può aprire una discussione? Noi della Casa del Vino ci limitiamo a suggerire il 'gioco delle sensazioni', ribadendo come spesso - ma può essere solo una personale convinzione - sia il palato, la bocca ... a far davvero parlare e valorizzare al meglio quanto precedentemente ha suggerito il naso.











Leggi +

Paradis Plus: un Pinot Nero fenomenale

Mercoledì 12 Giugno 2019

Ha il sogno nel nome e una plusvalenza ancora più affascinante. E' l'omaggio alla vocazione vinaria dei vigneti che si stagliano tra le Piccole Dolomiti, la montagna che sovrasta e che accudisce il lavoro di Martin Mainenti e la sua affidabile squadra di collaboratori dei Posseri. Decisi a mirare all'esclusività. Come per questo Pinot Nero che potremmo definire 'd'alta quota'. Proposto con oculatezza, dopo precise attenzioni. Così nel bicchiere si apre con mirabile freschezza, fruttato quel tanto che basta per renderlo coinvolgente, armonico nella sua - ancora -indomita intensità. I sentori richiamano ribes e chicchi violacei del mirtillo montanaro; poi al palato si distende con scorrevolezza, piacevole nella sua stoffa vellutata, con una finale persistenza assolutamente vitale, frutto e polpa, per un rotondo quanto armonioso equilibrio. Una dimostrazione di come la Vallagarina riesca ad elevare ai massimi livelli vitigni di stampo internazionali, 'domati' dalla maestria dei 'vignaioli nostrani', quelli - come in questo caso - che coltivano la vigna per consentire ... sogni da bere.










Leggi +

Storie di uomini e vino: il Fojaneghe

Mercoledì 22 Maggio 2019

I ‘patriarchi’ del vino della Vallgarina in simposio alla ‘nostra’ Casa. Per una serata - domani 23 maggio ore 17.30 -legata non solo al ricordo di Nello Letrari, indimenticabile artefice del buon vino trentino, ma momento di confronto sull’evoluzione stessa della vitivinicoltura della Destra Adige. Proiettando in esclusiva il filmato della Biblioteca Civica di Rovereto sull’ Archivio della Famiglia Conti Bossi Fedrigotti – la più completa e prima documentazione agronomica presente in Trentino – a dimostrazione del ruolo del vino nell’evoluzione agricola locale. Ci saranno alcuni protagonisti della rinascita del vino lagarino. Dal Marchese Carlo Guerrieri Gonzaga, Stefano Marzadro, Raffaele Boscaini, Lucia Letrari e ovviamente l’autorevole rappresentante della dinastia dei Conti Bossi Fedrigotti, Maria Josè.
Un modo per raccontare storie di uomini e vino in Vallagarina e sottolineare come nel 1961 nacque il Fojaneghe, primo vino di stampo bordolese ‘made in Italy’ o meglio: prodotto a Rovereto, nelle cantine dei Conti Bossi Fedrigotti dove allora operava Nello Letrari.
Appuntamento inserito in una serie di conferenze e convegni organizzati dalla Biblioteca Civica ‘G.Tartarotti’ di Rovereto e che si concluderà venerdì 31 maggio in una sessione a Rovereto, nel Palazzo della famiglia che ha donato il suo prezioso archivio. 

Leggi +

Neve di maggio: che vini 2019?

Lunedì 6 Maggio 2019

La neve di maggio ...proprio NO! L'ondata di freddo ha colpito anche gran parte delle colture collinari della Vallagarina. Neve e temperature decisamente invernali, nonostante la vigoria viticola presenti le suggestive gemme d'inizio maggio. Danni tutti da verificare, con la preoccupazione di tanti nostri Soci, indomabili cultori della vite, custodi d'esperienze viticole in grado di sfidare anche incredibili perturbazioni meteo. Un tempo si diceva ' sotto la neve, pane'. Detto per nulla consono alla viticoltura primaverile. I filari imbiancati, le gemme di Marzemino che rischiano - come per altre varietà stanziali - rischiano un giusto sviluppo vegetativo. A rischio dunque il consueto iter verso le vendemmie autunnali. Il gelo post nevicata rischia di spezzare i germogli anche di mele e ciliegie. Ecco perché anche noi della Casa del Vino siamo particolarmente vicini a tutti i vitivinicoltori, non solo della Vallagarina. Sperando che le temperature, il clima e le condizioni ambientali tornino al bello. Nel cielo di maggio... coraggio!

Leggi +

Le Grile, un Trento DOC leggiadro

Domenica 5 Maggio 2019

Neonato, nonostante la vendemmia risalga al 2013. Uve esclusivamente chardonnay dei vigneti in altura che Marco Tonini e la sua famiglia accudiscono sopra Isera, vigne tra prati e i primi boschi dolomitici. Un Trento DOC mirato, in tutto. Dedicato ai suoni della campagna, quei grilli che ritmano solitamente la quotidianità estiva in attesa dei raccolti. Spumante classico in versione decisamente 'riservata', qualche migliaio di bottiglie, volutamente 'marcate' dall'impronta del viticoltore/spumantista. Ha una carica leggiadra nel suo colore dorato, nuance di frutta matura, essenze estive, per nulla invadenti.  Grazia e potenza in simbiosi al gusto - è uno spumante  'non dosato' - per un bere coinvolgente, di robusta struttura e godibilissima beva. Tutta da scoprire e proposta dalla 'nostra Casa' a quanti cercano in Vallagarina stimoli gustativi stuzzichevoli, da comparare con le 'bollicine' più rappresentative, tutte ben presenti - tra vini, grappe e golosità nostrane - e disponibili sui tavoli del nostro ristorante.

Leggi +

Un Pinot Nero identitario: Dextrum, novità assoluta

Giovedì 2 Maggio 2019

La Vallagarina e la Destra Adige continuano a stimolare nuove iniziative vitivinicole. Da una di queste - Cantina Lagertal - ecco un vino decisamente 'di territorio', a partire dl nome: Dextrum, omaggio alla sponda che lambisce la riva destra dell'Adige, dove sui terreni basaltici tra Villalagarina e le colline d'Isera sono coltivati i vigneti aziendali, impostati per ottenere piccole chicche enologiche. La prima è questo Pinot Nero Rubino deciso nel suo rosso vivido, quasi brillante. Al naso giunge con grazia e precisione aromatica, che denota l’esecuzione rigorosa di uve vendemmiate in alta collina, per un vino che deve mantenere la sua giusta spontaneità.  Fragrante e con sfaccettature che s’intrecciano con spezie orientali, ma soprattutto lamponi e fragoline montanare. In bocca ha l’indiscutibile classe del vitigno che lo genera, sapore spiccato, tannini gentili, l’eleganza vellutata di un grande Pinot Nero. Sulla sua scia sono in affinamento altre bottiglie con vino a base Chardonnay e  alcune sfiziose vinificazioni di una varietà insolita come il Goldtraminer. Ma ne riparleremo.





Leggi +

Il grigio del Griso

Martedì 16 Aprile 2019

Radici lagarine per un vino - nome a parte - decisamente ...verticale. Perché il Pian del Griso è un bianco di grande fascino, con una complessità che lo pone in sintonia con le migliori esecuzioni internazionali. Merito della sintonia tra la storica azienda del Conti Bossi Fedrigotti e la dinamicità di Masi Agricola, in un binomio che valorizza al meglio questo gran bel vino a base di Pinot grigio, vitigno che tra le Dolomiti acquisisce ulteriori caratteri e imprime al vino indelebili armonie. Dimostrando come da un vitigno apparentemente standardizzato si possa ricavare uve e un vino altamente rappresentativo. Per capirlo basta solo assaggiarlo. Intrigante per il suo colore brillante dorato, al naso 'entra' austero, con limpide sfumature di spezie e gesso , tra aromi di frutta bianca e certe reminiscenze di iodio, pure di pepe bianco. Sorprende per succosi al gusto, con una progressione tesa, per certi versi vibrante e una chiusura che si può tranquillamente descrivere come impetuosa. Con quell'impeto che richiama successivamente la godibilità finale, appagante, lungo e affilato. Pronto per una beva spensierata, ma idoneo anche ad una certa evoluzione nel tempo. Noi, nella 'nostra Casa', lo proponiamo come Anteprima 2019. Ma non mancherà l'appuntamento neppure tra qualche meditata, paziente attesa.
 

Leggi +

Linea Verde Rai entra in Casa del Vino

Martedì 16 Aprile 2019

Trentino sugli schermi di Rai Uno nella domenica che chiude Vinitaly. Con una puntata speciale di Linea Verde, storica trasmissione sui valori dell'agroalimentare italiano. Che ha documentato alcune speciali produzioni enologiche, Trento DOC in primis, intervistando i protagonisti di questa entusiasmante filiera briosa dolomitica. Tra questi anche alcuni vignaioli della 'nostra Casa'. Dove è stato allestito un piccolo banchetto per promuovere specialità decisamente della Vallagarina, intervistando i protagonisti della 'nouvelle vague', mostrando immagini spettacolari, che hanno coinvolto qualche milione di telespettatori. Casa del Vino orgogliosa di aver potuto presentare ai conduttori di Linea Verde la sua filosofia, mettendo in primo piano i valori umani legati alla Casa, ma anche mostrando le sue specialità. Quelle firmate dalla famiglia Tonini, poi Letrari e il cibo servito in tavola da Luca Bini. Trasmissione nazional/popolare di grande successo e quindi golosa occasione per promuovere il territorio più gustoso, del Trentino e della Vallagarina su tutti.

Leggi +

San Zeno, Anteprima

Martedì 2 Aprile 2019

Contrasti d'amenità ambientali, per un vino bianco che anzitutto è un doveroso omaggio alla laboriosità vitienologica della Comunità di Aldeno, il comune sulla Destra Adige che idealmente lega Trento con la Vallagarina. Ha tutta la classe dello Chardonnay in un mix che vede protagonista sia il Sauvignon Blanc che l'insolito Mazoni Bianco. Un trio per un vino che ha classe e unicità. Perché non si basa sulla carica aromatica - ben presente - piuttosto sulla sua intrigante sapidità, vino di struttura, bella amalgama, mirabile ulteriore evoluzione.Sorprende per succosità e piacevolezza, con appagante stile vagamente selvatico, che lo proietta tra quei bianchi da imprimere con gioia nella memoria.

Leggi +

Maso Romani di Cavit, per Anteprima Vallagarina

Martedì 2 Aprile 2019

Importante, in tutto, ma con la gentilezza che contraddistingue da sempre il Marzemino. Anche questa versione presentata da Cavit, un Marzemino Trentino Superiore frutto di una certosina selezione viticola e altrettanta cura enologica. Scaturisce da accorte sperimentazioni, per valorizzare al meglio il vino simbolo della Vallagarina. Vitigno tra la schiera dei cosiddetti eroici. Con antenati lontani come il Dureza e lo Shyrah e quindi legami stretti pure con il Pinot nero, in una 'contaminazione' genetica che ha generato il Teroldego, con quest'ultimo a sua volta genitore del Lagrein e proprio del Marzemino. Triangolazioni genetiche affascinanti, come suscita l'assaggio di questo vino della vendemmia 2016 prodotto in neppure 7 mila esemplari. Per avere un vino appunto importante nella sua gentilezza, pienamente avvolgente, con quei sentori - e sapori - di viola, di ribes, ma sopratutto un rosso che attira per la setosità della beva e la grazia della sua lunga persistenza gustativa.

Leggi +

Vapori spiritosi

Martedì 12 Marzo 2019

Pasqua quasi alle porte e dunque occasione per omaggiare lo ... spirito del tempo oltre che il più consono - e religioso -  tempo dello Spirito. Gli alambicchi che sprigionano inebrianti aromi, condensati in grappe da meditazione. Quelle che il Mastro Distillatore riesce a 'cavare' dalle vinacce, dopo una meticolosa procedura d'ardente complessità. Alambicchi - questi che vedete sono nel cuore vitale della Marzadro, distilleria protagonista dell'evoluzione alcolica della Vallagarina e storica azienda associata alla nostra Casa - che imprimono alla grappa una gamma di fragranze tra timbri vinosi e agrumate essenze di mediterranea aromaticità. Caratteri basati sulla cernita delle vinacce, sulla variegata complessità varietale delle stesse. Grappa autenticamente trentina, il tridente nell'indole e altrettanta sincerità nella beva. Che risulta morbida e nel contempo poderosa, un 'peccato alcolico' di rara suggestione. Trasferisce nel bicchiere i caratteri dell'habitat trentino, gli archetipi della Vallagarina. da assaporare in assoluto relax, nei momenti di gioia. Da condividere e da scoprire. Visitando la distilleria, seguendo un percorso sensoriale che può partire - o concludersi - proprio alla Casa del Vino. Nel giusto ...spirito.



Leggi +

Gocce di vite, goccia di vita

Martedì 12 Marzo 2019

Il pianto della gioia. Goccia vitale, simbolo di rinascita, stimolo alla naturalità della campagna, con la vite ancora più sinonimo di vita- Immagine carpita tra i filari di Marzemino sulle pendici d'Isera, dove Marco Tonini - storico Socio della nostra Casa - accudisce i vigneti come fossero giardini, nel rispetto della consuetudine rurale e in piena sinergia con i tanti altri viticoltori lagarini sempre attenti a coltivare per incentivare culture. Quelle che la Casa del Vino propone quotidianamente. Rispettando il tempo. Nella gioia del gesto, nella simbolica esultanza di una goccia che non è pianto banale, ma pura poesia enoica. Stilla di nuova vita: è quella che si nota in questi giorni verso la primavera sui tralci appena potati. Testimonianza del ciclo vitale della pianta, che riprende dopo il letargo invernale. Acqua che nutre e stimola le gemme, per la nascita dei grappoli. E quindi dell'uva. Tanti i ricordi. Come quello del 'nostro' Mastro Vignaiolo Marco Tonini; 'mio nonno raccontava come un tempo, sopratutto le donne, si bagnavano gli occhi con qualche goccia di vite e si spalmavano gentilmente gocciole sul viso. Per rendere omaggio alla Natura. Per essere ... ancora più belle!' Appunto. La gioia del gesto, l'omaggio alla vita. E al futuro del vino.







Leggi +

Anteprima Vallagarina

Lunedì 11 Marzo 2019

Vinitaly è alle porte e la Casa del Vino vuole stimolare la curiosità dei suoi ospiti presentando alcune chicche: quelle che i Soci hanno appena messo in bottiglia, frutto della recente vendemmia o di particolari selezioni 'maturate' nel tempo. Un modo per far scoprire i valori dell'andamento vendemmiale, l'evoluzione di certe 'riserve', ma anche la genuina vigoria di vini basati sulla freschezza, sull'immediatezza. Ecco perché nei prossimi giorni troverete in questo blog vinario qualche piccola perla degustati. Per invogliare l'assaggio di vini molto legati alla loro zona di origine. Con la Vallagarina nel cuore. E il carattere percepibile anche ... nel bicchiere.

Leggi +

Congresso Nazionale Federazione Stampa: 450 giornalisti e il vino

Mercoledì 13 Febbraio 2019

Una cena di gala tra informazione e degustazione. Convivio decisamente prestigioso, per tanti motivi. Per il coinvolgimento di 450 delegati al XXVIII Congresso del Giornalismo italiano - che si svolge in questi giorni a Levico Terme - ma anche per la sede della Cena di Gala, nei razionali quanto affascinanti saloni della Metalsistem di Rovereto. Dove con un menu elaborato dalle Scuole alberghiere di Levico e di Rovereto hanno messo in tavola piatti di tradizione e grande piacevolezza. Con una chicca; l'abbinamento esclusivo con due vini della Tenuta San Leonardo, azienda tra le più autorevoli in campo nazionale e 'cantina fondante' della nostra Casa Del Vino. Occasione di scambi sensoriali per poi affrontare  il tema del Congresso: l'informazione non è un algoritmo - libertà, diritti, lavoro nell'era delle fake news. Particolarmente significativa la scelta di mettere a tavola i delegati negli spazi di una fabbrica decisamente innovativa come la Metalsistem e proporre due assoluti vini - Vette 2017 e San Leonardo 2014 'magnum' - decisamente 'della Vallagarina' come quelli presentati dai Marchesi Guerrieri Gonzaga, convinti ambasciatori della miglior cultura vitivinicola dolomitica.

Leggi +

Mela Verde 'trasmette' la Vallagarina

Lunedì 11 Febbraio 2019

Vallagarina sugli schermi di Canale5, ieri alle 11.55, per una puntata speciale di Mela Verde, dedicata esclusivamente ad alcuni prestigiosi 'artigiani del gusto' trentini. Riprese televisive davvero ' a tutto campo', con una serie d'interviste ambientate nella 'location' scelta dalla troupe, gli avvolti della Cantina Grigoletti di Nomi. Un modo di 'fare squadra' riunendo macellai - i Belli -  tra pane - il Panificio Moderno - dolci - l'Exquisita - pure caffè - Bontadi - e quanti danno forma al latte, il Caseificio sociale di Sabbionara Avio. Senza tralasciare la farina gialla di Storo e alcuni piatti dello chef Federico Parolari. Hellen Hidding, la brava conduttrice della storica trasmissione agronomica ideata da Edoardo Rsspelli, ha tracciato uno splendido ritratto della Vallagarina, mettendo in risalto alcune specialità sinonimo di territorialità e impegno produttivo. Tra i luoghi 'trasmessi' da Canale5 anche alcune sequenze della 'nostra Casa', durante l'intervista a Federico Milan, direttore APT Vallagarina. Che ha sottolineato il ruolo dei Soci della Casa del Vino per la promozione dei prodotti locali, offrendo pure la possibilità di soggiornare nelle nostre 'suite', tra cibo tipico e una serie coinvolgente di vini.








Leggi +

Vinacce per grappa tra alambicchi ardenti

Giovedì 7 Febbraio 2019

Vinacce, le ultime della vendemmia 2018, pronte - qui siamo alla Marzadro, distilleria vanto della Vallagarina e della 'nostra Casa del Vino' - per essere trasformate in grappa. In questi giorni è l'apoteosi degli alambicchi ardenti. Per grappe speciali, grazie anche al meraviglioso andamento della recente vendemmia. Grappa, uno 'spirito' decisamente enoico. L’assaggi, la gusti, la rispetti. Perché la grappa trentina non è solo e semplicemente piacevole, accattivante, nitida alla vista, gentile nella sua avvolgente finezza aromatica, piena e possente al palato. Soprattutto è un’acquavite della purezza, libera la mente, recupera i ricordi d’intime, godibili sensazioni. E suscita nuove emozioni, stimola pensieri. Senza stordire, senza mai stravolgere la sua origine, i legami con la civiltà delle genti di montagna, comunità caparbie, operose, fiduciose del futuro. Meglio gustarla anzitutto fresca - mai ghiacciata! - in un calice piccolo, panciuto nel fondo, nella sua forma affusolata. L’occhio vuole la sua parte. Limpidezza, purezza, variegata trasparenza per quelle invecchiate. Poi, al naso deve essere un tripudio di fragranze, sentori finissimi, ampi, intensamente variegati, richiami di vendemmia, di vini appena spillati dalla botte. Giunge al palato con cipiglio alcolico corroborante, franco, sicuro, deciso e asciutto. Stimolando le papille gustative nella (ri)scoperta di certe sensazioni sopite, dimenticate, ma appena intuite nella gamma degli aromi ‘catturati’ col naso. Tracce, intuizioni, stimoli o immagini legate a personali, intimi ricordi. Che in un certo modo si materializzano appena si gusta un goccio di vera grappa trentina. Sorso di meritata godibilità. Per e in tutti i sensi



Leggi +

Slow Marzemino e Mozart

Mercoledì 6 Febbraio 2019

Slow Wine, il periodico di Slow Food dedica una serie di recensioni ai vitigni ingiustamente considerati minori. Ecco come Fabio Giavedoni, curatore della guida dei vini Slow, scrive oggi in merito al classico vitigno della Vallagarina. Scettico sul legame con Mozart, ma altrettanto convinto sul valore di questo vino dall'omonimo vitigno. Elencando i vini che - a suo giudizio - rappresentano al meglio questo territorio. Tutti autenticamente 'local'. Vini che troverete sempre nella nostra Casa. Questi in particolare.
Il Trentino Marzemino 2017 di Vallarom (Avio) e il Trentino Marzemino 2017di Letrari (Rovereto) sono due semplici ma esemplari interpretazioni di questo vitigno: il primo al naso di frutta sotto spirito e radici fa corrispondere un sorso sapido e agile; il secondo mostra un impeccabile frutto croccante e fresco, impreziosito da fini note speziate, a cui fa seguito una bocca dinamica e succosa.
Il Trentino Sup. Marzemino d’Isera 2015 di De Tarczal (Isera) è integro nei sentori di frutti rossi, rinfrescati da piacevoli note vegetali: all’assaggio si conferma di buon corpo, appena amaro nel finale.
Il Marzemino dei Ziresi 2015 di Maso Salengo (Volano) è sicuramente il vino-simbolo della cantina: le uve vengono coltivate in una delle zone più vocate per questa varietà, il vino regala intensi profumi di viola e frutta rossa, e al palato è fragrante, con tannino vellutato e mai invasivo. 
Anche Lorenzo Bongiovanni (Avio) opera un attento appassimento delle uve, che donano al suo Trentino Marzemino 2016calde note di frutta sotto spirito e liquirizia; la bocca è avvolgente matura, ben rinfrescata da eleganti note vegetali.
Sempre convincenti ed affidabili, infine, le etichette di Marzemino della storica Cantina di Isera, in particolare il Trentino Sup. Marzemino d’Isera Etichetta Verde 2016.

Leggi +

Distinguere l'identità lagarina

Mercoledì 6 Febbraio 2019

L'ordine nel presunto disordine. E' un particolare della celeberrima opera di Alighiero Fabrizio Boetti, uno dei più autorevoli esponenti dell'arte contemporanea. Immagine che ben s'inserisce nel dibattito sull'evoluzione del gusto legato al modo d'intendere - e di bere - il vino. Discussioni tra dibattiti, minuziosi 'post' sui vari social, altrettante degustazioni, opinioni scaturite tra sorsi e ...risorsi. Lo avvertono anche i nostri Soci della Casa del Vino, con la Vallagarina attenta ( e partecipe ) alle mutazioni, alla percezione dell'identità dei vini di questo territorio. Con i consumatori più attenti che si orientano maggiormente verso vini con timbri meno 'palestrati', vale a dire con toni più gentili, per una godibile, gioviale bevibilità. Un trend gustativo che ultimamente si registra in ogni blasonata zona vitivinicola del mondo. In Vallagarina, non a caso, la gentilezza è sinonimo di Marzemino e l'altrettanta amenità gustativa si riscontra nei variegati vini da vitigni stanziali, sia a bacca rossa come quelli per profumati bianchi. Anche i possenti vini di stampo bordolese - e nella nostra enoteca possiamo vantare veri protagonisti assoluti del buon bere italiano - si presentano più lievi, con la grazia dei fuoriclasse, in sintonia con il gioioso 'ordine nell'apparente disordine'. Proprio come fissava nelle sue creazioni l'indimenticabile Boetti. Senza mai però confondere l'originalità. Il timbro del vignaiolo, la mano del cantiniere. Che nei prodotti della Vallagarina continua ad essere garanzia d'origine. E di piacevolezza.

Leggi +

Capire i vini con un linguaggio 'Pop'.

Martedì 8 Gennaio 2019

Anno nuovo, vino ancora più vero. E' l'avvio di una serie di degustazioni che la 'nostra Casa' intende programmare nei primi mesi di questo 2019. Serate di enoica convivialità. Per recuperare il significato più sincero di quanto si possa bere frequentando la Vallagarina. Onorando i vini che hanno sancito l'evoluzione di questa vallata, i 'patriarchi' e le cantine che non hanno mai smesso di promuovere qualità e legami territoriali, incentivando l'evoluzione del settore. Rispettando i modi e gli stili dei vini più autorevoli, i cosiddetti 'top', vini di blasone, per certi versi intramontabili, che riescono a superare il loro stesso valore, non solo organolettico. Ma - ed è questa l'idea alla base del 'progetto vino 2019' - senza tralasciare l'omaggio ai vini della Vallagarina più immediati, schietti, facilmente condivisibili. In una parola: vini Pop. Per facilitarne l'approccio, per gustarne  i saperi stessi. Per essere - nei confronti del vino - più sobri, meno formali, oltre certi schemi stereotipati che stanno rendendo il mondo del bere bene una sorta di cerimoniale autoreferenziale... Ecco cercheremo - per dirla con il critico enogastronomico Giacomo Mojoli - di 'poppizzare' il vino, per renderlo accessibile ai nostri ospiti e farlo apprezzare con nuovi linguaggi, avvicinarlo a situazioni gioiose e altrettanto informali. Vino che la 'nostra Casa' già propone con assoluta sincerità. E che ora - coinvolgendo Nereo Pederzolli, storico giornalista radiotelevisivo, esperto di vini, tra i fondatori di Slow Food e collaboratore della Guida Vini edita dal Gambero Rosso - organizzerà con cadenze precise. Tra corsi di degustazioni e lezioni di cucina. Tutte da ... scoprire e in stile decisamente Pop. Seguiteci sul nostro sito e non tralasciate di leggere le e-mail che troverete nelle caselle di posta inserite nella nostra mailing list.







Leggi +

Tendenze e ... auguri!

Venerdì 28 Dicembre 2018

Il vino che verrà? Anzitutto identitario, di facile bevuta, complesso ma per nulla complicato. Talmente legato all’origine da suggerire un sorso snello, scattante, succoso, con una fresca tonalità, per nulla stantìo, seppur basato su possenti peculiarità aromatiche e gustative. Insomma, vino di e per il piacere. Che noi, nella ‘nostra Casa’ proponiamo con orgoglio anche per interpretare – anticipare – certe tendenze enoiche. Vino dei nostri soci, aziende che nel DNA hanno la Vallagarina, radici di vite, stile di vita. Produttori che interpretano le stagioni, intuiscono i repentini cambiamenti climatici, lanciano sfide per un domani, per fare il vino del domani. Che sarà sempre più classico, nel senso più percepito: legato al territorio, alla filosofia del produttore, all’evoluzione del gusto dello stesso consumatore. Puntando sull’eleganza, la finezza, relegando nel dimenticatoio certe austerità. La grazia della gentilezza che scaccia la prepotenza della forza gustativa. Non solo. Vini da gustare con gioia, con una giusta spensieratezza. Quella che cerchiamo (caparbiamente) di offrire ai nostri ospiti. Per un buon fine 2018 e un godibile 2019. Prosit!

 
 
 

Leggi +

La Stirpe del Vino e la Vallagarina

Giovedì 13 Dicembre 2018

Il vino come forse mai è stato scritto. Con legami che mettono in risalto pure la Vallagarina. Proprio così. Non solo e soltanto per il Marzemino, ma anche con il Lagrein, vitigno originariamente a bacca bianca. Poi 'contaminato' con qualche pianta diversa di vite, per dare il portentoso rosso. Comunque parente sia del Marzemino che del Teroldego. E' uno dei tanti, fascinosi riscontri che si possono leggere nel libro 'La Stirpe del Vino', 224 pagine che si 'bevono' con un sorso d'assoluta curiosità. Libro opera del prof.Attilio Scienza e di una biologa, Serena Imazio, già studiosa del Marzemino e protagonista di 'Archevitis' il docufilm prodotto dal Comune d'Isera e realizzato da Nereo Pederzolli, vincitore assoluto del festival Oenovideo 2012 a Parigi. Viaggio di e per il vino, con le viti a scandire l'evoluzione del gusto stesso dell'enologia mondiale. Riscontri scientifici, ampelografici, pure filosofici. Sempre per dimostrare come vite e vita possano cambiare nel corso dei secoli. Citando date come il 1370 quando compare per la prima volta  la richiesta dell'Imperatore Carlo IV di 'Lagariner' in versione bianca. Solo nel 1532 si accenna alla variante rossa.Per poi entrare nelle 'linee di successione' di altri vitigni. Sempre con quel Lagarino nell'etimologia. Che seppur molto incerta nel nome - scrivono Scienza e Imazio - ha comunque il fascino del richiamo territoriale di una valle d'assoluto valore vitivinicolo.

Leggi +

Vallarom, per un vino da vero Pinot Nero

Martedì 11 Dicembre 2018

E' una conferma, unanime. Un Pinot Nero di classe e d'altrettanta territorialità lagarina. Legame inscindibile che Barbara e Filippo Scienza portano avanti non solo con passione, ma con l'entusiasmo dei veri cultori del loro habitat. Enclave enoico da secoli, un giacimento sulla Sinistra Adige verso la Terra dei Forti, terreni votati alla vite ancor prima del Mille e da qualche decennio autentico 'laboratorio vitivinicolo' dei Scienza. Che salvaguardano la biodiversità, curano secondo natura le loro piante e danno pure ospitalità agrituristica. Ma soprattutto dedicano al Pinot Nero le cure più amorevoli. I riscontri si possono leggere su tutte le 'bibbie del buon bere', ma sopratutto i loro vini - Pinot Nero su tutti - si riescono ad assaggiare con assoluta tranquillità proprio alla 'nostra Casa'. Un rosso borgognone di gran razza, definito  da alcuni esperti 'vino a conduzione Matrimoniale'  dato il legame della coppia Barbara&Filippo. Ai quali s'aggrega il loro giovane figlio Riccardo, per rilanciare il fascino di Vallarom. Alcune note estrapolate dai giudizi dei critici. Limpido nella sua grazia rosso granato, con nuances floreali tra petali di rosa e succose ciliegie mature, con una bocca gentile quanto elegante, di ottima scorrevolezza. Vivo, esemplare. Proprio come questa famiglia di bravissimi 'vignerons'.







Leggi +

Le voci di Bacco e le sue forme d'arte

Giovedì 6 Dicembre 2018

Istrionici, bonari, decisamente conviviali, due artisti solo apparentemente contrapposti, decisamente orgogliosi di trasformare la 'nostra Casa' in un atelier enoico. Non a caso la mostra delle opera di questo duo artistico - Sergio Dangelo e Lome, nome d'arte di Lorenzo Menguzzato - hanno come filo conduttore il vino. E che vini! Alcuni top della nostra Enoteca: dallo spumante classico di Maso Corno ai vini di de Tarczal, ma anche le bottiglie della Cantina d'Isera affiancate da portentosi rossi dell'azienda Secchi, perfettamente in linea con i suoi 'compagni di banco' ( nelle sale dell'esposizione artistica) quelli della Tenuta San Leonardo. Un modo nuovo - seppur già sperimentato - per promuovere forme d'arte e giusta offerta enologica. Una mostra di grande impatto scenografico, allestita negli spazi sopra la nostra enoteca. Frutto di un lungo lavoro di preparazione e confronto fra i due artisti. Se il milanese classe 1932 Sergio Dangelo è un grande maestro dell'arte contemporanea italiana,  Lome - il trentino classe 1967- ha all'attivo decine di mostre e di eventi artistici, oltre a committenze di arte sacra e civile: insieme danno vita da qualche anno a un sodalizio collaudato, che ha prodotto una serie di esposizioni targate “DangeLomelodies”. Tutto questo sotto l'egida del Comune d'Isera e alcuni sponsor privati, a partire dallo Studio legale Chelodi Bertuol e Associati. Tutti con Bacco nel mirino. Per una rassegna che alternerà altre prossime iniziative, musicali, di letteratura e conviviali. Per dar voce a Bacco e valorizzare le opere di Dangelo e Lome.



Leggi +

Marzemino e solidarietà

Lunedì 3 Dicembre 2018

Il vino solidale, che stimola buoni pensieri e concretizza aiuti a popolazioni lontane. Impegno che da anni vede mobilitate tante associazioni di volontari, impegnate in Africa e in terre altrettanto bisognose. Tra quanti cercano sostegno anche nelle aziende vitivinicole più responsabili ecco la Fondazione Piero e Lucille Corti, una onlus che opera in Uganda e che ha affidato all'obiettivo di Mauro Fermariello - un fotografo decisamente 'del vino', grande professionista e autore di splendide foto della Vallagarina - la divulgazione degli interventi ospedalieri a Lacor. Un libro che nei giorni scorsi ha richiamato l'attenzione di quanti hanno partecipato all'evento organizzato dai de Tarczal. Quando il Marzemino diventa solidale. Dibattito, degustazione e momenti conviviali intercalati con una serie di fotografie altrettanto suggestive. Una piccola, preziosa testimonianza che i soci della 'nostra Casa' condividono con entusiasmo e responsabilità.

Leggi +

Enantio Bongiovanni, tripudio di tradizione

Sabato 24 Novembre 2018

Lo cita Plinio, lo elogiano dinastie di vignaioli eroici, quelli che per secoli hanno strappato alla forza del fiume Adige i terreni più idonei alla cultura della vite. Lo hanno fatto con un vitigno sicuramente originario, l'indole selvatica addomesticata da cure di campagna, da attenzioni in cantina, per  avere un Lambrusco a foglia frastagliata assolutamente diverso dal centinaio di altre varietà che completano la diversità della famiglia dei  lambruschi.  Chiamati così dal termine  labrum e ruscum, per indicare come questa vite sia nata al margine dei campi, sulle ischie dei fiumi, al limite della boscaglia. Definita pure  uva enantina e da questo ecco l'attuale parola Enantio. In Vallagarina è la varietà che testimonia l'evoluzione enologica della zona chiamata Terra dei Forti, tra Trentino e Veneto. Enantio, vanto di capaci vitivinicoltori. Su tutti la famiglia Bongiovanni, da oltre 2 secoli attiva nelle campagne di Sabbionara d'Avio, a ridosso del fascinoso maniero. Il loro Enantio è un 'totem' tra la categoria degli autoctoni. Un rosso di nerbo e grazia intrecciate con storia e schietta piacevolezza. Lorenzo Bongiovanni lo propone nella maniera più consona. Ottenendo menzioni e certificati di qualità. Come quello da parte della Confraternita della Vite e del Vino Trentino, che lo ha premiato nel suo ultimo simposio autunnale. Enantio, un tripudio di tradizione.




Leggi +

I vini e l'affidabilità, per una sosta onesta

Sabato 24 Novembre 2018

Il simbolo che vedete non è prettamente legato al vino. Indica che il locale attentamente selezionato dagli Ispettori della 'Guida Rossa' - ovvero la 'bibbia del cibo', la Michelin - propone pietanze di qualità e che un pasto costa attorno ai 32 Euro, mai ad un prezzo più alto. Anche quest'anno la 'nostra Casa' è stata inserita tra i pochissimi Bib Gourmand, locali ritenuti dai buongustai i posti più sinceri dove cucinano gli artefici della cultura del cibo. Un simbolo che noi orgogliosamente ostentiamo e che cercheremo di onorare al meglio. Rilanciando il legame con il vino, la variegata selezione che i nostri soci mettono a disposizione dell'affezionata clientela. E che noi cercheremo ulteriormente di abbinare, valorizzandoli, proponendoli  in sintonia con le pietanze che la 'Brigata della Casa della Vallagarina' continua, con entusiasmo, ad elaborare.

Leggi +

Marzemino star su 'Repubblica'

Venerdì 23 Novembre 2018

I Tonini al top. Lo dimostrano con un Marzemino di grazia e di saggezza. Felicemente recensito sul numero odierno de 'il Venerdì di Repubblica', inserto settimanale dell'autorevole quotidiano nazionale. Vino con 'Don Giovanni sponsor, la leggerezza è una virtù': questo il titolo della rubrica curata da Paola e Gianni Mura, un duo tra i più qualificati nel panorama della critica enogastronomica, non solo italiana. Basta leggere quanto scrivono.La sua vigna di Marzemino in località Penin è stata votata come la migliore da una qualificata giuria ( la Vigna Eccellente 2017). Un'altra soddisfazione per Marco Tonini che nel mondo del vino ha sempre lavorato, ma conferendo le uve alla Cantina sociale d'Isera. Da pochi anni imbottiglia i suoi vini, che al momento sono due: seimila bottiglie di Trento DOC, quattromila di Marzemino. E' un vino che gli amanti delle barriques giudicano minore, leggeranno, e hanno torto. 'Facciamo vini veri e semplici' dice Marco Tonini, e non sono aggettivi scelti a caso. E' proprio così: semplici e veri. Ma non pesanti. Il Marzemino dei Tonini dà gioia, con i suoi profumi immediati di ribes e di mora, il sorso è pulito, avvolgente, non invadente. Insomma il classico Marzemino, da bere giovane, che come sponsor continua ad avere il Don Giovanni di Mozart. Coinvolta tuttala famiglia Tonini: la moglie Paola, le figlie Anna e Caterina. Il figlioFilippo, terminati gli studi a San Michele all'Adige, fa pratica enologica nell'Europa di prima classe (Chateau Margaux) ed è lecito aspettarsi prima o poi una nuova etichetta 'di famiglia'.
Marco Tonini è tra i fondatori della 'nostra Casa' e questa recensione cita pure il nostro motto 'Ed è subito Isera' rendendo onore a chi ha riadattato un famoso verso di Salvatore Quasimodo.

Leggi +

La forza e l'eleganza del Pinot Nero

Giovedì 22 Novembre 2018

Lassù tra le Piccole Dolomiti nasce un vino per certi versi geniale. Dimostra come la caparbietà viticola abbinata a progetti di bellezza possano concretizzare dei sogni. Vinosi. Lo sono sicuramente quelli che Giulio Larcher mette a disposizione di quanti vogliono scoprire la forza - il suo maso ha un possente toro come emblema - e l'eleganza di vini assolutamente lagarini. Col cipiglio da fuoriclasse. Sarà per la spettacolarità della zona, sopra Ala, sarà ancora per la cura maniacale nella gestione di 'viti vissute, per vino da vivere' come recita lo slogan sul sito. Di sicuro il Santa Maria è un Pinot Nero di rango elevato. Paragonabile a certi blasonati borgognoni. A partire dal mantello rosso vivido che avvolge questo vino che si presenta con sfumature verso il viola. Per poi attirare per note olfattive percettibilmente affumicate, lievi e leggiadre, che lasciano spazio a sentori di frutta esuberante, con la vigoria della ciliegia croccante e turgida. Deciso al palato, per un bere teso e potente, nella sua sicura eleganza. Un vino simbolo che ha aperto le porte ad altre versioni enoiche. Anche a due superbi Trento DOC,  grinta e personalità davvero sorprendenti.  Ne riparleremo. Intanto si possono scoprire -degustandoli come novità - all'enoteca della 'nostra Casa'.










Leggi +

Mori Vecio, la memoria enoica

Giovedì 22 Novembre 2018

Ha il carattere  dell'austerità e la giusta magia dell'autorevolezza. Come dire: custodisce stilemi di autentica enologia dolomitica, della Vallagarina in particolare. Perchè è stato uno dei pionieri del cosiddetto 'taglio bordolese', scaturito dalle intuizioni di un gruppo di cantinieri legati al paese di Mori, zona da secoli vitata tra Rovereto e il Garda, imponendosi subito nel panorama del buon bere trentino già negli Anni '60. E continua ad esserlo, con la sagacia di quanti lo producono con altrettanta maestria. Un rosso di potenza e d'altrettanta eleganza. Il Cabernet che ha un flirt amoroso con il Merlot, decisamente bordolese nella sua setosità quanto trentino nella grinta, vitale, per certi versi fresco, pronto per una gioviale bevuta, altrettanto in sintonia con ogni accostamento gastronomico. Assaporarlo con attenzione è come compiere un breve, godoso viaggio nell'evoluzione vinaria lagarina, intuendo l'anima stessa insita a questa mirabile esecuzione vitienologica. Che certo non disdegna sapienti ulteriori riposi in giuste cantine. Sfida il tempo - non a caso ha nel nome  il rafforzativo 'vecio' - per sicuri applausi.

Leggi +

Fojaneghe, la forza e l'amenità della Vallagarina

Martedì 13 Novembre 2018

Il vino nasce in campagna. Sembra una banalità, ma di fronte ad un vigneto come questo - un vero e proprio 'Cru' - è facile comprenderlo. Siamo nel cuore del Fojaneghe, vigneto storico dei Conti Bossi Fedrigotti, sulle alture basaltiche tra Isera e Mori. Dove dalla vendemmia 1961 ( sì, proprio quel mitico millesimo!) si vendemmiano le uve per dar vita al primo 'uvaggio bordolese' del Trentino, appunto il rosso Fojaneghe. Tante vendemmie alle spalle, altrettanti ricordi, memorie tangibili dell'evoluzione del vino, non solo della Vallagarina. Immagine simbolica, perfettamente documentata da Jacopo Salvi, giovanissimo fotografo di Riva del Garda, specialista in sequenze enoiche. Foto che riesce a suscitare curiosità. Quella che spinge il consumatore più attento - il visitatore della 'nostra Casa' su tutti - a cercare il frutto di questo suggestivo enclave vitivinicolo. Appunto: assaggiare il Fojaneghe. Vino d'alto lignaggio, un mix di cultura di stampo internazionale con una gentile nota dolomitica. Perchè scaturito dal sapiente assemblaggio di uve prettamente bordolesi - Cabernet e Merlot - senza tralasciare il grazioso apporto del Teroldego. Ecco, un vero 'Cru della Vallagarina', un vino d'identità e con la forza indiscutibile del fuoriclasse. Basta assaggiarlo e tutto sarà ancora più ameno. Proprio come il sito che vedete nella foto,  il vigneto che lo partorisce...

Leggi +

San Leonardo '14: un Top tra i Top

Domenica 4 Novembre 2018

Un Top tra i Top che la Casa del Vino ha l'onore di ostentare: il San Leonardo 2014.  Perchè tra i 10 vini che mettono d’accordo tutte le guide che giudicano l’andamento sensoriale di quanto decretato dalle variegate commissioni d’assaggio, due di questi 10 Campioni 2019 sono autenticamente ‘made in Trentino’. Sono il San Leonardo dei Marchesi Carlo e Anselmo Guerrieri Gonzaga e il portentoso Trento DOC Madame Martis del duo Antonio Stelzer e Roberta Giuriali, la coppia titolare di Maso Martis, spettacolare vigneto abbarbicato sulle pendici del Calisio, sopra Martignano di Trento. Una classifica comparativa, basata comparando voti in ventesimi, bottiglie stilizzate, trilogia di bicchieri, faccine sorridenti, soli splendenti e altri simboli enoici che le varie ‘bibbie’ del bere bene italico assegnano ai campioni, vini bandiera, vini da e per le competizioni. Senza alcun timore, proprio per sfidare il complicato mondo del bere, le dinamiche del mercato, l’altrettanta gelosia che spinge alcuni critici ad essere più o meno campanilisti. Ebbene, tra i totem più autorevoli del bere italiano, a fianco di vini come il Sassicaia o il Barbaresco dei fratelli Ceretto, senza tralasciare il meraviglioso Sagrantino di Montefalco ’25 anni’ vanto del caparbio Marco Caprai, troviamo il San Leonardo 2014.  Praticamente sul gradino più alto del podio. Una posizione alla quale la Tenuta di Borghetto è abbonata: da anni è consacrata nel palmares da tutte le guide enoiche. Il San Leonardo è succoso, appagante, quasi incontenibile.  Con l’intrinseca forza del fuoriclasse, sicuramente in grado di sfidare il tempo, evolvendo ulteriormente al meglio. Che potrete degustare - o scoprire - sostando nella sale della nostra Casa.




Leggi +

Grigolli, il futuro di vini che coniugano piacevolmente il passato

Mercoledì 31 Ottobre 2018

E' la sorpresa più convincente tra le 'nuove entrate' della guida Vini d'Italia del Gambero Rosso. Azienda autenticamente della Vallagarina, una dinastia di altrettanto veraci vignaioli. Ecco il perché della foto che vedete nel nostro blog. Perché i Grigolli recuperano il passato per un futuro decisamente emozionante. Come i loro vini. Da anni le attenzioni sono rivolte alla valorizzazione dei vini più schietti del territorio lagarino e nel contempo vini con la grazia dell'autorevolezza. E viceversa. Legami di vite, per stile di vita. Intreccio d'assoluta dedizione contadina, la tutela della terra, il sollievo enologico per ripagare le fatiche. Proponendo solo poche varietà di uve proprio per essere autentici interpreti della loro terra. Azienda abbarbicata sulle colline che sovrastano Mori,  vigneti accuditi come fossero giardini. Uve coltivate con amore. Senza retorica. Vino da vitigni importanti, varietà blasonate, che Bruno Grigolli e la sua famiglia interpretano non solo con bravura, ma pure con un cipiglio di grande autore. Sulla nuova edizione della Guida del Gambero Rosso si legge ' Grigolli come sinonimo di vino autentico, contadino, con alcune ottime versioni, che abbiamo il piacere di evidenziare'.Vini che ora si possono degustare in piacevole compagnia sui tavoli della 'nostra Casa', per capire l'evoluzione dei Grigolli, la bravura dell'enologo Bruno, la forza dei loro vini.











Leggi +

Bianco, sì Marzemino sperimentale. Per futuri assaggi.

Lunedì 22 Ottobre 2018

Variabilità, rima baciata alla diversità come alla novità. Che in viticoltura significa tentare di ottenere viti sane, per vini altrettanto buoni. La ricerca mobilita da anni numerosi centri di studio. Tra i più autorevoli ( al mondo ) anche la Fondazione Edmund Mach. Che ha dedicato una serie d'indagini genetiche anche al Marzemino. Con riscontri a dir poco incredibili. Perché dal Marzemino hanno ottenuto una varietà di vite a bacca bianca. Proprio così. Analizzando la genetica del Marzemino - che sembra sia scaturito dall'incrocio casuale tra Teroldego con Schiava - Marco Stefanini, esperto di miglioramento genetico della vite, ha illustrato gli esiti della sorprendente ricerca nell'ambito della cerimonia di premiazione della Vigna Eccellente. Ed ecco che incrociando il Marzemino con vitigni che hanno nella genetica peculiari proprietà in grado di resistere a una serie di malattie (peronospora e oidio) hanno ottenuto il 'bianco'. Marzemino incrociato con una varietà sperimentale chiamata Merzling. Non solo.  Alla Fondazione Mach hanno pure microvinificato queste uve. Ottenendo - a livello di studio - risultati a dir poco entusiastici. Uve con ottima acidità, perfettamente idonee alla spumantistica. Tutto è ancora comunque svolto in ambito sperimentale. Ma non si esclude che un 'fratello' del Marzemino possa, in un lontano futuro, essere annoverato tra le uve del Trentodoc. Intanto si cerca di dare un nome a questa vite a bacca bianca. Che non potrà ovviamente chiamarsi Marzemino. Vino che comunque presto assaggeremo nell'ambito di una degustazione  prevista nell'enoteca della nostra Casa.





Leggi +

Forza e gentilezza di un Marzemino d'autore

Venerdì 19 Ottobre 2018

Isera e il Marzemino. L'ultima, recentissima, edizione del Premio Vigna Eccellente ha ulteriormente sancito il legame tra questa comunità e il vitigno che genera l'omonimo vino. Presentando al pubblico alcune versioni 'extra lagarine' di Marzemino. Giusta contaminazione sensoriale, da condividere, per confrontarsi. Ed ecco che nella comparazione Isera rafforza le sue peculiarità. Con alcune produzioni che potremmo definire 'baluardi d'identità enoica', In primis la versione di Marzemino che i de Tarczal propongono con la consueta autorevolezza. Un vino austero e nel contempo gioviale. Richiama, nell'immagine che domina sull'etichetta, l'audacia di ufficiali Ussari, stile e nerbo austroungarico, in perfetta sintonia pure con il blasone della dinastia di Ruggero de Tarczal, vignaiolo di grande  onestà  e altrettanta operosità, in vigna come in cantina. La forza e la gentilezza. Riscontri immediati, assaporando questo Marzemino Husar orgogliosamente proposto anche nell'enoteca della 'nostra Casa'. Colpisce per la possanza di uno stile che non teme tante esitazioni gustative. Preciso nell'intensità della fragranza, note vinose di piccoli frutti e nuanches cioccolatose, giustamente speziato, timbro al cardamomo, in un mix tra noce moscata e cannella, mentre al palato si distende snello, pienamente godibile nella sua arguta complessità.



Leggi +

Graminè 2016, il top tra i rosè

Mercoledì 17 Ottobre 2018

E' un vanto tutto 'lagarino' e un riconoscimento a Longariva, alla famiglia di Marco Manica, vignaiolo caparbio e grande fautore della 'nostra Casa'. Perché il suo Graminè 2016 è stato giudicato il Miglior Rosato d'Italia. Encomio ricevuto da Daniele Cernilli, il Doctor Wine, un giornalista enoico tra i più autorevoli al mondo. Che - sull'ultima edizione  Guida Essenziale ai Vini, presentata nei giorni scorsi a Milano - ha premiato il Pinot grigio in versione ramato chiamato appunto Graminè, vino di grande scorrevolezza gustativa, ottima carica aromatica e lunga sapida bevibilità. Dimostra tutta la carica qualitativa dei vini prodotti nella conca che circonda Isera, la Vallagarina in generale. Vino al top, orgoglio locale, vino che noi da tempo proponiamo in abbinamento ai tanti piatti 'di territorio' che - felicemente - mettiamo ogni giorno in tavola. Orgoglio, si diceva. Orgogliosi di stappare in compagnia questo rosè decisamente al top.

Leggi +

Vendemmia encomiabile

Lunedì 8 Ottobre 2018

Buona, anzi. ottima. In tutto. Per quantità, ma specialmente per qualità. La vendemmia 2018 è praticamente finita. Ora è tutto un 'ribollir dei tini'. Tra speranze e concrete certezze. Vignaioli e cantinieri della Vallagarina sono fiduciosi. L'annata - l'andamento vendemmiale - è memorabile, il vino...lo sarà. Giudizio corale. Con le prime certezze scandite dall'avvio del raccolto, a metà agosto, la vendemmia delle uve destinate ai vini bianchi, allo spumante classico in primis. Poi, giornate di sole e grande escursione termica - giorno/notte - che hanno magistralmente influito sulla qualità dei grappoli. Con i vigneti popolati da schiere di entusiasti vendemmiatori. Per onorare un rito, per rilanciare la gioia di come le vite riesca a donarci il vino. Tra pazienza e la sagacia dei cantinieri. Alla nostra 'Casa del Vino' l'attesa è fiduciosa. Sicuri dell'impegno che i nostri soci stanno attuando nelle loro 'canee'. Decisi a presentare - magari tra qualche anno, per quanto riguarda gli spumanti e i vini rossi a base di Cabernet o Merlot - il meglio della produzione enoica della Vallagarina. Recuperando antichi saperi, testimonianze preziose. Come alcune citazioni di Michele Psello, uno dei più grandi e fecondi studiosi alla Corte di Bisanzio, nel 1078, filosofo e cantore del vino. Che nel suo 'Laus vini' scrive: Io credo che il vino è quanto di meglio gli uomini hanno trovato per il loro sostentamento. Ed è una cosa buona in ogni occasione e per tutti. Ecco, proprio come è possibile imparare sostando ai tavoli della 'nostra Casa', assaporando qualche bicchiere di vino autenticamente ...encomiabile.

Leggi +

Tre Bicchieri a vini decisamente 'della Casa'

Martedì 2 Ottobre 2018

Tre Bicchieri del Trentino: 3 su 11 sono tra i protagonisti assoluti anche della 'nostra Casa'. Una conferma di come la nostra proposta autenticamente 'della Vallagarina' riesca ad ottenere i riconoscimenti enoici più ambiti. Tre vini di altrettante aziende portanti della Casa del Vino, vini con una personalità esclusiva, in grado di coniugare il valore di stampo internazionale con la tipicità lagarina. A partire dal San Leonardo 2014 dei Marchesi Guerrieri Gonzaga, un rosso più volte ritenuto al vertice del buon bere italiano, esempio di assoluta dedizione alla cura della vigna e contemporaneamente intraprendenti azioni di valorizzazione imprenditoriale. Un rosso di levatura internazionale, vinificato con cura, elegantissimo e longevo. Così si legge nella menzione del Gambero Rosso edizione 2019. Poi - ma non per questioni di graduatoria - ecco due Trento diventati una conferma tra gli spumantisti trentini: il Pas Dosè Riserva '12 di Nicola Balter affiancato sul podio da Dosaggio Zero '11 di Lucia Letrari. Sperticati elogi per entrambi, orgogliosi di guidare la pattuglia dei migliori vini trentini. Lucia Letrari in particolare, che dedica il premio a suo padre Leonello, un Patriarca del Vino, tradito dal suo cuore in chiusura della vendemmia dello scorso anno. Tre vini, tre simboli, tre esempi di giusta operosità. Che contribuiscono a rilanciare il fascino del vino trentino e si mettono a disposizione dei nostri affezionali ospiti. Prosit! Brindisi anche agli altri Tre Bicchieri trentini del Gambero Rosso. Questi:

Teroldego Rotaliano Luigi Ris. ’13 - Dorigati
Trentino Müller Thurgau Viàch ’17 - Corvée
Trentino Pinot Nero V. Cantanghel ’15 - Maso Cantanghel
Trento Brut Rotari Flavio Ris. ’10 - Mezzacorona
Trento Brut Madame Martis Ris. ’08 - Maso Martis
Trento Brut Nature ’12 - Moser
Trento Extra Brut 1673 Ris. ’11 - Cesarini Sforza
Trento Perlé Zero Cuvée Zero ’11 - Ferrari

Leggi +

La Vigna Eccellente di Marzemino. Anteprima

Lunedì 17 Settembre 2018

Interpretare il vino osservando anzitutto la bellezza della vigna che lo genera. Una scommessa, un modo diverso, unico, di riconoscere al vigneto la sua importanza. Da 18 vendemmie Isera prepara la 'sua festa' del vino, riservando un premio alla vigna di Marzemino meglio coltivata. Osservazioni e stime viticole 'studiate' attentamente - per diverse settimane, nell'arco della stagione vegetativa - da alcuni tecnici della Fondazione Mach. Poi, nei giorni immediatamente precedenti la vendemmia, la Giuria visita i finalisti e sceglie i più rappresentativi. Senza stimare carico delle uve o i sistemi di coltivazione: osservando solo la bellezza del vigneto, le cure che il viticoltore ha davvero 'messo in campo'. Sotto la regia del prof.Attilio Scienza - il più autorevole esperto di vitivinicoltura internazionale - osservano filari, pergole, grappoli, alcuni esperti, tecnici di campagna e giornalisti enogastronomici. (Nella foto di Carlo Rossi). Il responso tra qualche settimana, con una festa nel cuore d'Isera, nella piazza, nei locali del vino, 'nostra Casa' compresa. Vigna Eccellente, premio insolito quanto stimolante. Che la locale amministrazione comunale indice coinvolgendo i comuni limitrofi, nel cuore del Marzemino. Qualche settimana ancora d'attesa, poi il risultato per l'edizione 2018. Intanto la bramosia si può appagare degustando uno dei tanti Marzemino che la Casa del Vino della Vallagarina mette a disposizione. Per onorare la Vigna Eccellente. E - per dirla con Mozart - l'eccellente Marzemino.









Leggi +

Marzemino d'Isera e Marzifon greco. Non solo similitudini fonetiche

Sabato 15 Settembre 2018

Estetica tra storia e modernità. Se c’è un vino della Vallagarina da sorseggiare in un ‘khantharos’ – che vedete nella foto - sicuramente è il Marzemino. Accostamento per nulla casuale e assolutamente non forzato. Perché nel fascinoso calice greco il Marzemino – almeno un suo antenato – è stato sicuramente versato. Lo hanno evidenziato le ricerche scientifiche dell’Università di Milano, quelle della Facoltà di Agraria, documentate pure in un video realizzato a suo tempo dal Comune d’Isera. Sull’isola di Lefkada, pure a Cefalonia, sono stati ‘tracciati’ vitigni con il DNA quasi identico al ‘nostro Marzemino’. Non solo: in quelle isole greche, il vino da uve a bacca rossa, lo chiamano Marzifon, pure Marzemi. Somiglianze genetiche, altrettanto quelle fonetiche. Ecco allora che – magari non in una coppa greca originale – l’assaggio di un Trentino Marzemino DOC ( meglio se d’Isera) consente pure un viaggio a ritroso nella storia stessa del vino. Viaggio enoico, che nella Casa del Vino si può intraprendere con assoluta tranquillità. Degustando il Marzemino in momenti conviviali, per confrontare stili di vinificazione, recuperando anche le sensazioni spesso sopite. Perché bere vino è una stimolazione dei nostri ricordi. Vino che si può bere in maniera spensierata oppure usare come un delicato strumento di conoscenza. Capire e carpire l’identità del vino, in questo caso il Marzemino. Sempre gentile, profumato di erbe affumicate, pepe, lamponi, viole, e dal sapore pieno di succo, ricamato nella componente tannica e molto vibrante nel dinamico finale. 
 

Leggi +

La gestualità, il bere per gustare e per pensare

Mercoledì 12 Settembre 2018

Brandire il bicchiere come fosse una spada, continuando a roteare il vino nel calice, annusando, centellinando, addirittura ascoltando il vino che state per degustare. Un rito che ha spesso del ridicolo, prassi enoica ben illustrata dalla mirabile interpretazione di un sommelier all’opera, messo in scena dal simpatico quanto bravo Antonio Albanese. La gestualità dell’assaggio, comunque, ha dei precisi canoni da rispettare. Senza forzature e con movimenti tutt’altro che plateali. Il bere (vino) diventa però una sorta di linguaggio attuale, che spazia sempre più dal tecnico all’esoterico, impegnando in diatribe gustative schiere di appassionati. Con una fenomenologia della degustazione tutta da interpretare, applicata nei momenti più disparati: feste popolari, simposi enoici, kermesse di bevitori più o meno d’alto lignaggio… Per formare la propria personale ‘iniziazione enologica’, apprendere la genesi del saper bere bene e scegliere vini buoni, puntando alla qualità, alla piacevolezza. Sembra una banalità, ma non è semplice riscontrare una qualità oggettiva e come questa debba essere oggettivata, certificata magari dalla critica enologica, dall’ovazione dei bevitori più accorti. Senza dover subire un linguaggio che nelle degustazioni spesso risulta roboante, eccessivamente poetico, pure ridicolo. Oggi di vino ci ‘si parla addosso ’, con linguaggi tra mode e una buona dose di snobismo. Ecco allora un consiglio ai nostri affezionati ‘bevitori’, quelli che frequentano la nostra Casa: avvicinarsi al vino con parsimonia, moderazione, scegliendo vini non solo buoni da bere, ma buoni pure per stimolare giusti pensieri.
 

Leggi +

Il timbro minerale del vino. Perché?

Mercoledì 12 Settembre 2018

Uno degli aggettivi più inflazionati per caratterizzare un vino bianco è minerale. Termine abusato, dalla critica enologica ancor prima che dai consumatori più o meno saccenti. Ma cosa significa ‘minerale’ nel vino? Nessuno, finora, è mai riuscito a chiarirne precisamente il concetto, definire il concetto senza suscitare dubbi o ilarità.  Per tentare una definizione di ‘vino minerale’ bisogna elencare le tappe dell’evoluzione del gusto. Quando il bere vino era esigenza alimentare. Per tanti anni si sono bevuti vini molto morbidi, facili, di pronta beva, quasi dolciastri, stucchevoli, decisamente ammiccanti. Poi – quasi per reazione – le cantine, vignaioli e produttori blasonati, hanno iniziato a proporre vini più snelli, freschi, meno ‘palestrati’, per rendere la ‘beva’ in sintonia con le peculiarità della pietanza, per ripulire il palato con un sorso gioviale, prepararlo al successivo boccone. Da questa rivincita – risaltare elementi giustamente acidi, amarognoli, quasi salati – entra in scena il lato minerale del vino. Dunque sentori, che al palato sono fortemente imparentati con il gusto salato, comunque ‘nuances’ assolutamente vaghe, non invadenti o ancor peggio invasive, difficili pure da descrivere. Richiamando stimoli sensoriali che fanno riferimento a fragranze inerenti idrocarburi, grafite ( quella della matita sgranocchiata alle elementari …), pure alga marina e specialmente pietra focaia. Semplificando al massimo: se nel bicchiere emergono note di gasolio, certi odori che richiamano scoppiettanti motori a nafta, sfumature salmastre che vi ricordano una passeggiata sul molo di un porto marino, ecco state per gustare un vino dal timbro minerale.

Leggi +

Vendemmia 2018. Il brio e la consuetudine della Vallagarina.

Martedì 21 Agosto 2018

E' il rito per antonomasia. Che i vignaioli osservano con riverenza, quasi con pudore. Sperando in bene. Dedicando l'attenzione delle uve in funzione del vino. Quello che verrà. E' la vendemmia, che anche in questo assolato agosto 2018 è partita quasi ovunque. Anche in Vallagarina, tra filari coltivati come giardini, dove le varietà a bacca bianca sono pronte per essere raccolte e subito pigiate. Quelle esclusive, riservate a vini briosi, le bollicine che fanno la differenza, i mosti che rinascono in bottiglia. Insomma, quelle per lo spumante e più precisamente il Trento con tanto di DOC. Il via da poche ore e già i primi commenti, con riscontri più che incoraggianti. Merito dell'andamento vendemmiale, poco o irrisorie le pergole danneggiate da grandine. Le batoste del 2017 fortunatamente sono custodite solo nei ricordi. Brutti. Adesso s'interpreta il 2018. Con sperticati elogi. Tra l'eccellente e l'ottimo. Comunque tutte le aziende che fanno riferimento alla 'nostra Casa' sono decisamente ottimiste. A partire dai direttori enologici delle grandi cantine sociali, quelle che con la loro miriade di soci 'fanno pure massa critica'. Nel senso: hanno quantitativi considerevoli. Mauro Baldessari, direttore della Cantina Vivallis,  700 e più soci, quasi mille ettari da 'vendemar' : «Quest'anno dovremmo avere, dopo anni decisamente difficili dal punto di vista atmosferico, buona quantità e soprattutto ottima qualità». Dello stesso avviso il presidente della Cantina sociale di Isera (155 soci), Silvio Rosina : « abbiamo dato il via alla raccolta dello Chardonnay Trento doc e a qualche partita più matura di Muller. Se il tempo ci aiuterà, come sta facendo, quella 2018 sarà un'annata da ricordare». Stesse considerazioni, medesime speranze anche nella 'bassa', verso Avio. Dove operano vignaioli in grado di selezionare sia uve per grandi vini rossi - zona Campi Sarni - come grappoli dorati per future 'bollicine'.  Ottimismo, entusiasmo contagioso  tra i vigneti di Vallarom. Barbara, Filippo e Riccardo Scienza confidano in un raccolto decisamente propizio per il loro 'Vò' , uno spumante classico tutto da assaporare. Pazienti e fiduciosi - ma loro sono i cultori dell'uva a bacca rossa - i Marchesi Guerrieri Gonzaga. Il San Leonardo...aspetta. Rimaniamo in zona. Alessandro Secchi sfrutta i benefici solari dell'enclave di Serravalle, per vini di grande spessore, dati proprio da una vendemmia meticolosa e altrettanto curata. Impossibile citare tutti i 'nostri soci della Casa'. Corale comunque l'impegno che da qualche giorno stanno mettendo davvero 'in campo', per 'incantinare' al meglio le loro uve. Citazione doverosa per le 'donne del vino': da Clementina Balter, spumantista di gran classe, a Elisabetta Dalzocchio, cultrice di Pinot Nero. E ancora: lo staff rosa de Borgo dei Posseri, poi le signore Bossi Fedrigotti, per non scordare 'le' de Tarczal; neppure le signore Letrari, Maria Vittoria e Lucia, alle prese con la loro prima vendemmia senza l'indimenticabile Nello. E (non per per ultimo) il dinamismo - quasi del tutto femminile... - dei Marzadro, pronti a raccogliere le vinacce di una vendemmia 'di buone speranze'. Per piacevoli 'peccati alcolici'. Con il vino che verrà, con i distillati del domani.

Leggi +

I Cantori tra le Viti

Giovedì 16 Agosto 2018

E’ la sintesi di come la Vallagarina sposa uva con vino. Nel rispetto dell’habitat, delle colture e nel tramandare consuetudini vitivinicole di grande significato. Un nido che racchiude dedizione, futuro, amenità. Con i ‘custodi della vigna’ che rispettano i ‘cantori tra le viti’. Uccellini che nidificano tra tralci pronti a essere vendemmiati. Del resto un vitigno superblasonato come lo Chardonnay è – poeticamente parlando – legato proprio agli uccellini che razzolano tra le vigne. Perché i grappoli di chardonnay vengono ‘beccati’ al culmine migliore della maturazione proprio dai cardellini, che in francese – non a caso – si chiamano chardonnay. Suggestioni, licenze poetiche, stimoli a difendere il buon vino. Intanto tra i filari delle viti sopra Isera, Marco Tonini, vitivinicoltore e tra i promotori della ‘nostra Casa del Vino’ scatta la foto del nido. Omaggio alla Natura. La presenza di questi simpatici volatili non è solo simbolo di ecosostenibilità. Dimostra oculatezza anche nelle tecniche colturali. Gli uccelli che nidificano nei vigneti durante la stagione riproduttiva (cioè in primavera-estate) si nutrono di insetti e allevano i loro pulcini portando questo tipo di prede, che hanno un importante contenuto proteico, fondamentale per il loro accrescimento. Grazie a queste loro necessità trofiche, svolgono un ruolo di “biocontrollori” (quindi non danneggiano l’uva) predando anche insetti nocivi per la vite stessa. Anche specie come il tordo bottaccio, il merlo, lo storno e la passera mattugia, comunemente ritenuti dannosi per l’uva, sono prevalentemente insettivori durante la nidificazione. I danni all’uva sono arrecati a nidificazione conclusa (in tarda stagione, magari su filari di viti in appassimento, per prolungate vendemmie tardive) quando gli uccelli non sono più legati da tempo al loro luogo riproduttivo. Insomma: nidi per gli uccelli tra le vigne d’Isera come aiuto per la lotta agli insetti che possono nuocere alle piante e per tutelare la biodiversità sul territorio. Il no ai trattamenti e la corretta gestione dei terreni sta portando anche alla Vallagarina grandi soddisfazioni in termini di richiesta dei prodotti e dei riconoscimenti alla qualità. Che tutti possono constatare degustando quelli proposti alla Casa del Vino.

Leggi +

Ferragosto e il tempo del...grigio

Giovedì 16 Agosto 2018

Estate, il dopo ferragosto e il vino? Può essere ...grigio. Non per malcapitate situazioni meteo, ma proprio perché questa varietà si presenta al meglio, uva pronta per la vendemmia. Che in Vallagarina si preannuncia quanto mai positiva. Ma che cosa rende il Pinot Grigio così diffuso, amato, assolutamente 'globale'? La sua storia è tra le più affascinanti, per certi versi misteriose, come ben s’addice al mito del buon bere. E’ un discendente del fascinoso Pinot Nero, ma il  ‘Grigio’ ha casualmente intrapreso percorsi diversi, senza rispettare i tempi legati all’evoluzione della viticoltura. Per questioni ancora tutte da chiarire. A partire dalla sua identità, dall’aspetto del grappolo, chicchi rosa scuro, spesso presenti  a ‘macchia di leopardo’, qualche acino chiaro, altri ancora a due colori, ovvero metà del chicco bianca, l’altra faccia più scura. Uve comunque versatili, per vinificazioni diversificate. Anomalia vegetativa che già sul finire del Cinquecento spinse schiere di vignaioli del centro europeo, a cercare di ottenere – con uve surmature di questo strambo vitigno – alcuni vini dolci, da vendere più facilmente di certi vini mediterranei, Malvasie provenienti dal sud Italia o dalle isole greche. Mai domi nel tentativo di produrre vini dolci, altri viticoltori piantano Pinot Grigio sempre più a nord, con risultati a dir poco deludenti… Così, senza clamore, lentamente, le vigne vengono espiantate. Colpite anche dalla cosiddetta ‘piccola glaciazione’ del primo 1700, gelate micidiali, che hanno stravolto il panorama vegetativo di tutta Europa. Ma non tutto è perduto. E si tenta un recupero. Dovuto all’intuito di Johann Seger Ruland, venditore di vino, pure acuto farmacista, esperto in botanica. Che pianta viti di Pinot Grigio vicino casa sua, a Spira, città della Renania-Palatinato, nel bacino del Reno. Attorno al 1720 vendemmia queste uve e inizia a vinificare un vino che – da allora – i tedeschi chiamano con il suo nome: RulaenderPassione e mercato, però, non marciano di pari passo. Le rese non sono elevate, la buccia è grossa, il tenore zuccherino labile. Cambiano anche i gusti dei consumatori di quel periodo, verso vini più corposi, poco stucchevoli. E nel giro di pochi decenni, la produzione di questo vino dal colore ramato, praticamente scompare dai registri di cantina. Sarà Edmund Mach, a metà del 1800, uno dei padri della moderna vitivinicoltura, l’artefice della rinascita del Pinot Grigio. Lo recupera per censire le varietà di vite più diffuse e lo rilancia anche e specialmente dopo gli attacchi di fillossera. Nei registri della Scuola Agraria di San Michele all’Adige – fondata nel 1974 – Edmund Mach annota con dovizia ogni caratteristica del Rulaender. Tecniche di coltivazione e modalità di cantina, ‘per ottenere un vino fresco, beverino, dal curioso, pallido color buccia di cipolla’. Consigli che in pochi decenni hanno attirato l'attenzione di cantinieri, d'imprenditori. Vino però – e questa è una curiosità poco nota – destinato prevalentemente alle aziende piemontesi impegnate nella produzione di vermuth. Proprio così, vino mirato alla quantità, da trasportare verso Cinzano con carri ferroviari, per usi alcolici diversificati. Poi la produzione viene insidiata dalle quantità offerte a prezzi bassi da aziende pugliesi. E tra le Dolomiti si pensa di vinificare il 'grigio' in purezza. Dando il via al successo di questa varietà e  di un vino assolutamente da 'vedere' a Ferragosto. Per assaggiarlo tutto l'anno.

Leggi +

I Salizzoni, indole contadina, stile suggestivo. Come Castel Beseno.

Martedì 31 Luglio 2018

Protettivo, nella sua magnifica possenza, talmente fascinoso da renderlo pure fortezza del gusto. Coinvolgendo l'areale che si distende ai suoi lati. Castel Beseno è un 'must' per tutto il Trentino, ma per quanti operano al riparo di questo magnifico maniero, assume valenze identitarie. Talmente pregne di significati storici, rurali e di saperi che trasformano i vini della zona in qualcosa di unico. Lo sanno bene i Salizzoni, famiglia verace di vignaioli, una trentina di vendemmie alle spalle, veri custodi delle 'Terre di Beseno', quelle incastonate tra i borghi di Calliano - dove ha sede la cantina - Nomi, fin verso Isera. Impegno e rispetto della tradizione. Con il 'fondatore', Valter, da qualche stagione coadiuvato dal figlio Luca, diploma di enologo e grande spirito innovativo. Vinificano uve di proprietà, pigiate modernamente in un caseggiato che rievoca i fasti di dinastie nobiliari - i Valentini di Calliano - senza mai tralasciare schiette consuetudini di cultura enoica contadina. Tra gli artefici della 'nostra Casa', i Salizzoni propongono una gamma variegata di vini. Con alcune chicche. Sicuramente il Moscato Giallo, dedicato ( non solo nel nome: le uve sono proprio sul pendio ) a Castel Beseno. Ampio e articolato nelle scadenze, succoso e vitale in bocca. Poi il singolare Perlato, da uve pinot grigio, chiamato anche Ruelander ( dal nome di Herr Rueland, tutore ottocentesco sul Reno, di questa varietà di vite allora a rischio d'estinzione) volutamente vinificato per avere nel bicchiere un vino ... perlato, dal colore  leggermente ramato. Immancabile il Traminer aromatico, elegante nei toni di frutta tropicale quanto succoso e fresco al palato. E ancora - ma la gamma dei loro vini è variegata, tutti i 'classici' della Vallagarina, comprende il marzemino, pure uno spumante, del quale parleremo in altra gioviale occasione...- un prototipo della produzione enologica trentina: il San Biagio, pinot bianco in purezza. Vino d'estrema eleganza, ben articolato al palato, che richiama frutta esotica, pure anice ed erbe officinali. Chicche d'orgoglio, in scena questa settimana tra i tavoli della Casa del Vino, vini orgogliosi dell'habitat dove nascono. Forti, prestanti, come la grazia di Castel Beseno. Con la bravura - e la tenacia - di Valter e Luca Salizzoni.

Leggi +

L'impronta identitaria. Anche nel vino

Lunedì 23 Luglio 2018

Preciso, talmente personale da sfruttare l'impronta di un dito, per indicare senza nessun dubbio l'origine, l'identità stessa del vignaiolo. Marco Tonini è proprio come la sua impronta e i suoi vini rispecchiano il carattere stesso di questo schietto 'cultore del buon bere'. Lo fa in quel di Folaso, frazione collinare d'Isera, coadiuvato dai suoi figli, da Filippo in primis, neo enologo con esperienze di studio in cantine blasonate - Chateau Margaux compreso - e il supporto delle  figlie Anna e Caterina, pure di sua moglie Paola. Famiglia orgogliosa del loro Marzemino, ma decisa ad esplorare il fascinoso mondo delle bollicine. Ecco allora che da qualche vendemmia i Tonini elaborano alcune migliaia di bottiglie di Trento DOC. Uno spumante classico che subito s'è messo in evidenza per carattere e giusta versatilità. Briosità, curiosità. E la voglia di sperimentare, di proporre anche qualche rarità. scaturita dalla personale ricerca spumantistica di Marco Tonini e i suoi cari. Picole perle di saggezza enologica, che i più fortunati possono assaporare rispondendo al calendario di degustazione speciale che la nostra Casa mette in scena. Come la serata di venerdì prossimo, 27 luglio, dove alcune bottiglie - tutte rigorosamente in formato magnum -verranno aperte alla 'volèe', per la gioia dei presenti. Chicche si diceva. Come un Nature 2012, seguito da un Blanc de noir 2015. Senza lasciare da parte l'intrigante Rosè 2013 e - non solo per chiudere - l'esclusivo quanto insolito Trento DOC da sole uve Pinot bianco. Come dire: l'impronta che non si dimentica.

Leggi +

Schiava:perchè?

Mercoledì 18 Luglio 2018

Il suo nome non è proprio benevolo. Anzi, evoca turbolenze e questioni per nulla legate al buon vino. In realtà il vitigno Schiava - e l'omonimo vino - rappresenta una tappa fondamentale nell'evoluzione della vitivinicoltura mediterranea. Anche in Vallagarina. Storici della vite, studiosi di ampelografia ( la foglia della vite come le nostre impronte della mano ) e tanti curiosi cercano di stabilire l'esatta origine di questo nome. Probabilmente per 'schiava’ s’intendeva una pianta ‘legata ad un sostegno morto’, solitamente un palo, in certi casi però un gelso rigoglioso, all’olmo, talvolta pure un melograno. ‘Schiave’, dunque piante vincolate. Secondo approfondite indagini storiografiche, il termine ‘schiava’ potrebbe derivare da una complicata triangolazione fonetica e da un’altrettanta misteriosa peregrinazione della vite. La Schiava potrebbe essere stata introdotta nel nord Italia da Longobardi e Unni, chissà magari con reminiscenze retiche. Ricerche e analisi dei toponimi  Heunisch o Hunnisch.  Perché vite vincolata ad un palo, dunque vite stanziale. Ed ecco allora la definizione ‘Vernacolus o Vernacius (ovvero: ‘del posto’) parola mutata in tedesco da Vernaccia in Vernatsch. Fonetica e significati enoici. Che mettono sempre e comunque la Schiava tra i vini 'del popolo', il bere dei soldati, il vino generoso. Tante le interpretazioni 'moderne'. In Trentino - e specialmente sulla sponda Destra d'Adige - si vinifica quasi 'in chiaro', per ottenere un vino piuttosto beverino. Ma certo non mancano interpretazioni autorevoli, per una Schiava più corposa, rubiconda, che ricorda il granato, nel colore e nello spesso del frutto. Quali o quale? Basta fermarsi alla nostra Casa. E la curiosità - oltre che la sete... - sarà soddisfatta.




Leggi +

Aldeno, il rosa d'estate

Mercoledì 18 Luglio 2018

 Meno di un mese e la vendemmia entrerà nel vivo. Con la Cantina di Aldeno impegnata a 'sfogliare' la vigoria delle viti, per raccogliere uve pregne di valori. L'andamento vendemmiale - dopo una certa accelerazione dovuta alle continue bizze piovose - sembra abbia imboccato la giusta consuetudine - ribadisce il direttore Walter Weber, presentando alcune novità che hanno riscosso notevole interesse tra i consumatori più attenti. A partire dai vini che Aldeno garantisce assolutamente vegani, quelli di una speciale selezione che in ogni fase della produzione non sfrutta alcun elemento d'origine animale. Vini innovativi, rispettosi delle convinzioni etiche di un pubblico sempre più accorto. Ma questa storica cooperativa legata in particolare al Merlot - vitigno e vino decisamente 'aldenese' - ha una gamma di prodotti decisamente convincenti. Dal loro Trento DOC ai classici aromatici, con la chicca del Moscato Giallo. Poi l'uvaggio bianco Sanzeno - sapido e coinvolgente - anche se in questo fine luglio il vino-bandiera dell'estate è un Rosato.  Ottenuto da uve teroldego e lagrein, pigiate con delicatezza e massima cura enologica. Che subito si rivela ideale durante il rito dell'aperitivo, nonché come vino in accompagnamento di piatti a base di pesce d'acqua dolce o a pietanze rinfrescanti. Non è però solo di 'pronta beva'. Ha una sua indole strutturale che lo rende versatile, da gustare pure in altre stagioni a divenire.

Leggi +

Mueller Thurgau vino di montagna? No, anche della Vallagarina

Domenica 1 Luglio 2018

E' il vino bianco che conquista per verticalità, dettata pure dal fatto che questa varietà predilige la montagna, l'alta montagna in particolare. Ma a Cembra, nella Rassegna dedicata a questo vino bianco, si sono distinti pure MT - come in sigla viene chiamato il vitigno messo a punto sul finire del 1800 dallo svizzero Hermann Mueller, natuvo del Cantone Thurgau - si sono nettamente distinte alcune versioni più ... valligiane. Lagarine  e da vigneti sulle colline delll'Adige. Conquistando premi. Tra i 60 MT partecipanti al Concorso, 18 hanno  convinto la giuria a decretarli ' ottimi, da medalia', Tra questi, con orgoglio, anche alcuni MT in degustazione nella 'nostra Casa', vini dei nostri soci. Ecco i leader da Oro: il MT Zeveri  Trentino Superiore DOC di Cavit e la versione sempre di MT di Vigna Rio Romini  Trentino DOC di Vivallis. Due vere chicche, autentiche 'perle' di una viticoltura sempre più accorta, in grado di coniugare la consuetudine lagarina con le sfide impegnative tra vini che affondano le radici nel porfido o i terreni d'alta montagna, davvero su pendii a prova d'equilibrio. Premi a vini di zone a sud della valle del porfido, vini premiati proprio per la loro forte diversità. Data dal carattere dei terreni (basaltici, in qualche modo vulcanici, come i porfirici) e dalle cure dei viticoltori, dei tecnici di campagna e gli enologi, che fanno del MT il vino bianco dell'estate. Da gustare con le variegate proposte della 'Casa d'Isera', per il connubio più sincero con i vini. Se premiati... legame ancora più emozionante.






Leggi +

Bicchiere da premio

Sabato 23 Giugno 2018

Il design al servizio del vino o - meglio - il vino che rivoluziona lo stile del bicchiere? Interrogativo curioso che trova risposte nell'innovativo calice per vino ideato da Luca Bini, il 'patron' della 'nostra Casa'. Bicchiere ideale per lo spumante classico, con quei sette magici cerchiolini briosi che si sprigionano alla base della coppa. Intuizione geniale, realizzazione altrettanta precisa. E premiata. Ha conquistato il Compasso d'Oro al recente Meeting Design di Milano. Bicchiere 'Sparkle' riconosciuto dalla Giuria come 'innovativo, in grado di enfatizzare al massimo le proprietà organolettiche dello spumante, in particolare il Trento DOC'. Premio alla caparbietà del 'nostro' Luca, bicchiere che da tempo è davvero 'di casa alla Casa', utilizzato per le tante degustazioni enologiche e per i più sinceri brindisi conviviali. Calice bello, bicchiere che sprigiona briosità. Bicchiere mai da riempire. Proprio per carpirne la singolarità, per capire i vini della Casa del Vino, ma pure bicchiere che lascia spazio ad una cosa fondamentale: la fantasia. Quella che ognuno di noi può trovare - rilanciare - degustando in un bicchiere Sparkle qualche sorso di buon vino. Prosit!

Leggi +

Vini al vaglio della critica enoica

Sabato 16 Giugno 2018

Tante, preziose. pure curiose. E tutte da stappare per essere pronte all'assaggio, previo 'mascheramento'. Stiamo parlando delle migliaia di bottiglie che il Consorzio Vini del Trentino ha raccolto per sottoporre la produzione vitivinicola al 'giudizio' della critica enologica. Con schiere di esperti delle varie 'bibbie' impegnati nelle minuziose degustazioni, tra assaggi e confronti 'alla cieca' finalizzati a stilare giudizi, osservazioni e ambiti riconoscimenti. Massiccia la presenza anche dei vini dei nostri Soci, con la Casa del Vino pronta a rilanciare ulteriori piacevoli confronti, nel pieno rispetto della reciproca autonomia di giudizio o piacevolezza. In attesa della pubblicazione dei risultati e delle valutazioni operate da sommelier che assaggiano nelle varie Commissioni ecco qualche dato. Sul Marzemino, ad esempio. Una quindicina le aziende che hanno presentato i loro 'campioni'. Decise a consolidare la nomea di questo vino simbolo della Vallagarina. Poi altre 'buone nuove'. Con qualche spumante classico appena 'sboccato' da giovani produttori - uno su tutti Giulio Larcher, della Tenuta Maso Corno - ma anche la presenza dell'Enantio di Bongiovanni e le variegate produzioni di cantine sociali disseminate lungo il fiume Adige. Aziende emergenti, aziende storiche. Da Grigolli di Mori  al 'colosso' Cavit, poi via via praticamente tutte le bottiglie dei 'nostri Soci', quelle che si possono assaggiare alla Casa del Vino in una sorta di confronto 'a distanza' con i giudizi del Gambero Rosso piuttosto che Slow Wine, quelli dell'aia o della Guida Veronelli, pure le valutazioni di Vini Buoni, Wine surf o quanto e come giudicherà la produzione trentina il Gruppo Espresso.

Leggi +

Due giovani della Vallagarina ai vertici Consorzio Vignaioli Trentini

Venerdì 15 Giugno 2018

Giovani, non solo per età, pure per uno spiccato dinamismo e altrettanta determinazione. Il Consorzio Vignaioli del Trentino rinnova le sue cariche sociali e mette in risalto due felici constatazioni: età media del Consiglio appena 33 anni. E una vicepresidente donna: Clementina Balter, gentile quanto caparbia vignaiola di Rovereto, figlia d'arte, Nicola Balter, tra i fondatori della Casa del Vino. Altra presenza della Vallagarina nel consiglio di direzione quella di Marco Grigolli, altro giovane emergente di una 'nostra' azienda agricola, attiva nelle dinamiche della Casa del Vino. Due validi vignaioli che con il presidente Lorenzo Cesconi ( riconfermato, nella foto con Clementina Balter ) formano una squadra di veri 'cultori delle vite'. Giovani che negli ultimi anni hanno trasformato l'Associazione Vignaioli in un combattivo Consorzio, potenziando la struttura operativa - sistemata ad Aldeno - e incrementato le relazioni esterne e di promozione. Adesso l'impegno è rivolto principalmente a stimolare la nascita di nuove aziende vitivinicole, con la figura del 'vigneron' da tutelare e valorizzare. Per coinvolgere non solo la settantina di soci che aderiscono ai Vignaioli, ma anche molte altre attività della filiera enoica trentina.








Leggi +

Concorso Vini del Sindaco a Canelli. Buona performances lagarina

Domenica 3 Giugno 2018

Tanti, diversi, tutti rappresentativi di una sigola comunità, talmente legati alle origini da essere simboli enologci del comune dove crescono le viti. Ma non solo: sono quelli che cercano di dare gloria nientemeno che ai 'loro' sindaci. Un concorso insolito, splendidamente imbastito dall'Associazione Città del Vino. Quest'anno la dozzina di commissioni d'assaggio sono state ospitate all'Enoteca regionale di Canelli, terra di Moscato d'Asti e di gustosi rossi che lasciano spazio alla blasonata Langa. Tra gli oltre mille e 200 vini in degustazione - suddivisi per Commisioni, tre giorni di serrati confronti - anche una nutrita rappresentaza della Vallagarina. Vini in lizza per il rispettivo Sindaco, per comunicare valori, insegnare sapori.  Numerose le cantine - nazionali, ma anche portoghesi, spagnole, pure dei vigneti verso la Georgia - che hanno aderito all'iniziativa, in particolare proprio quelle della Vallagarina, vini prodotti e accuditi dai nostri soci, la Casa del Vino come primo trampolino di lancio per ulteriori confronti. I risultati? ancora Top secret. Si sapranno tra qualche giorno, ma intanto... grande attenzione a veri campioni enologici in gara per dare lustro a Rovereto, Isera, Mori e Aldeno. Con interpretazioni sempre in primo piano proprio alla 'nostra casa'.

Leggi +

Rosa, il fascino da condividere

Mercoledì 23 Maggio 2018

Tenue, ma non banale. Pure complesso in quella sua semplice vitalità. Talmente invitante da essere spesso incompreso. Peccato, perchè il rosè è e rimane un gran bel vino. Lo ribadiscono da anni alcuni tra i più autorevoli esperti del buon bere. A partire da Angelo Peretti - con il suo Internetgourmet, sito tra i più amati oltre che autorevoli in campo non solo nazionale - autentico paladino del bere rosa. Poi i cultori dei vini autoctoni interpretati con leggerezza. E altri enocritici che da tempo vogliono scendere ... dal pulpito e predicare il culto gioviale del rosè. Ecco allora anche Stefania Vinciguerra, 'colonna' della Guida Essenziale e tra gli autori di punta di Doctor wine - da dove abbiano catturato una emblematica immagine riferita ad una sua degustazione di vini rosasti  - che spiega il perchè di certi scriteriati attacchi a questo tipo di vino, ad una certas sortsa di maledizione che li accompagna. Suscitando assurde inconprensioni e reciproche diffidenze anche tra i consumatori più accorti. Per una vino gentile sotto tutti i profili: olfattivi e gustativi, che lo rendono vino ideale per abbinamenti gustosi, accompagnando pietanze prevalentemente primaverili. Poi il fascino del rosa diventa ancora più intrigante con lo spumante classico. Ridando slancio all'indole delle bollicine classiche, quel Trento Doc che nulla ha da invidiare con le blasonate bollicine d'Oltralpe. Champagne che fino al XVII secolo erano prevalentemente rosè, vini messi a rifermentare in bottiglia pesante a partire dal 1668, anno di fabbricazione della prima bottiglia di vetro in grado di 'resistere' alla briosità del vinco che conteneva. Ma torniamo in Vallagarina. I rosati di questa zona hanno la grazia mediterranea abbinata alla forza montanara, il Garda che sprona sul clima, la maestria dei vignaioli e dei cantinieri che rendono particolarmente invitanti questi vini dal colore tenue. Vini che nulla hanno da invidiare - in entrambe le versioni, fermi o mossi che siano - con certe omologhe interpretazioni francesi, della Provenza in primis. Perchè elaborati con cura, prodotti per un mirato consumo, proposti proprio per il piacere di un bere spensierato, ma mai complicato. Gioioso, immediato, convincente, Proprio come le sfumature del rosa.



Leggi +

Casa del Vino, sulla Strada del Giro

Martedì 22 Maggio 2018

'Scacco al tempo' è il titolo del docufim su Francesco Moser, motto che ben s'addice anche alla prova a cronometro della tappa trentina di questo Giro d'Italia. La Corsa Rosa lungo la Destra Adige, tra Trento e Rovereto, collegando idealmente tutte le 'nostre cantine' e le aziende del buon gusto legate alla 'Casa d'Isera'. Tappa veloce, per indomiti crono, corsa che poteva essere un simbolico legame tra i campioni del pedale e il Marzemino oppure legare l'alta velocità sulle due ruote alla briosità del Trento Doc. Corsa comunque che ha messo in primo piano i valori ambientali della Vallagarina. I tanti e variegati prodotti a corollario della 'carovana'. Ecco allora che la curiosità dei tifosi, di quelli che avranno visto sulle TV le immagini della corsa, è stata indirizzata al meglio. A capire il perchè la Vallagarina è terra enoica. I vini abbinati alle produzioni agroalimentari, la potenza del gusto in sintonia con la grinta dei ciclisti. Tante le occasioni di degustazione che hanno coinvolto altrettanti giornalisti accreditati al Giro. Tra questi anche alcuni radiocronisti della Rai, che hanno fatto tappa proprio alla 'nostra casa'.  Sosta enologica, momento di relax, approfittando pure della giornata di riposo inserita nel calendario della kermesse più amata del ciclismo europeo. Così alla CdV si sono ritrovati storici giornalisti del ciclismo con la 'nouvelle vague' dei radiocronisti - su tutti Manuel Codignoni, già volto della TGR di Trento e ora voce emergente di Radio 1 - per  ribadire legami di vino e di vite 'pedalate'. Per puntare a nuovi traguardi. Oltre la linea d'arrivo. Spostando il cuore per mete che liberano...sogni.

Leggi +

San Leonardo e Sassicaia : la Vallagarina a Bolgheri

Martedì 15 Maggio 2018

Condividere esperienze per consolidare sogni. Confrontandosi e stimolando territori per certi versi lontani a proseguire nelle rispettive azioni qualitative. Senza timore. Ecco allora che la Vallagarina visita la blasonata Bolgheri e consolida legami d'amicizia tra due assoluti Maestri del Vino: due Marchesi, Carlo Guerrieri Gonzaga e Nicolò Incisa della Rocchetta, vale a dire il blasonato San Leonardo e l'altrettanto assoluto Sassicaia. Borghetto d'Avio in trasferta a San Guido, tra i cipressi tanto cari al Carducci. Un legame che ha solide basi. Perché l'allora giovane Carlo Guerrieri Gonzaga - fresco di studi nel Lycèe Agricole di Losanna - partecipò in prima persona alla nascita del Sassicaia. Un vino scaturito dal sogno del marchese Mario Incisa della Rocchetta nel Dopoguerra, ma attuato solo sul finire dei Sessanta, proprio grazie all'apporto enologico del marchese del San Leonardo. Che introdusse una delle prime presse pneumatiche, usò piccole botti di legno francese, ne fece costruire anche in Italia. Dando il via al Mito Sassicaia successivamente applicando stile e modalità anche in Vallagarina, nella sua Tenuta San Leonardo. Per rinsaldare queste esperienze, nei giorni scorsi, tutto lo staff del San Leonardo ha fatto visita a San Guido, nei poderi maremmani dove nasce il Sassicaia. Accolti dal marchese Nicolò, figlio del fondatore Mario Incisa, per una visita - ed esclusiva degustazione - assolutamente memorabile. Ricorsi, storie di vendemmie, vicende eroiche. Due vini che in comune hanno tante vicende, pure premi e giudizi da parte della critica enologica internazionale. Esperienze di viti e di vita. Che i due Maestri hanno condiviso davanti al vino, per una sosta decisamente emozionante. Memorabile. In tutto. Specialmente per lo staff che opera a Borghetto, deciso a valorizzare ulteriormente non solo la sua produzione, ma quella di tutta la Vallagarina.




Leggi +

Alpini e vini. La rima è Revì Trento DOC

Martedì 15 Maggio 2018

L'adunata dei record, Penne Nere per una kermesse che ha visto Trento - e tutta la provincia - letteralmente invasa dal pacifico, festoso 'popolo degli Alpini'. Con almeno mezzo milione di persone stipate lungo le vie di un corteo che ha marciato per quasi 12 ore. Tra canti e immancabili brindisi. Non solo di birra e vini nostrani, ma anche salutari prosit in sintonia con la rima che coniuga 'vino con alpino'. Tra le etichette più singolari anche quella che la Casa delVino custodisce ora come tributo agli Alpini. Un Trento DOC della dinamica azienda REvì, griffe emergente, 'maison' di Aldeno, con un giovane titolare, Giacomo Malfer. Spumante classico letteralmente andato a ruba tra le Penne Nere più esigenti. Brindisi collettivi, camerateschi - stando allo stile dei commilitoni - ma anche sorsi di piacere per diffondere una giusta cultura conviviale, il ruolo degli Alpini nell'emergenza, pure per ribadire una cultura di pace, contro ogni guerra. Ecco allora questo 'vino del ricordo'. Cimelio da conservare almeno fino alla prossima 92esima adunata, in calendario nel 2019 a Milano. Brindando con questo Trento DOC autenticamente ...alpino.



Leggi +

Vini vulcanici ? A Isera li trovi

Martedì 15 Maggio 2018

I vini di tendenza? Saranno vulcanici. Proprio così. Vini che hanno la loro forza in terreni di ataviche esplosioni vulcaniche, sedimentazioni prioritarie per imprimere alle colture viticole caratteri unici, indelebili appunto vulcaniche. Zone vitate sparpagliate in tutto il mondo, in Italia in particolare. Con alcune specificità dolomitiche, dalla Valle di Cembra - con il suo porfido inconfondibile -fino alla Vallagarina, Isera su tuti. Perché i terreni basaltici sono quelli che consentono la miglior evoluzione a vitigni stanziali come il Marzemino. Lo hanno più volte evidenziato tutta una serie di degustazioni, ma anche confronti agronomici e pure l'iter de 'La Vigna eccellente', la prestigiosa manifestazione - unica nel suo genere tra le iniziative enoculturali -promossa proprio dal Comune d'Isera. Terreni vulcanici che sono in grado di raccontare i rispettivi territori. Dove coltura è in sintonia con natura, dove quanti coltivano la vite lo fanno con fatica e altrettanta passione. Con vulcaniche intuizioni. Recuperando proprio la singolarità dei siti vulcanici. Da quelli più evidenti - l'Etna, poi le zone attorno il Vesuvio, ma anche Soave e i Colli Euganei - fino a 'recuperare' giacimenti prioritari ai più sconosciuti. Con riscontri a dir poco entusiasmanti. I vini da suoli generati dai vulcani risultano più complessi. in grado di sfidare il tempo, pregni di carattere e - lo hanno ribadito i massimi esperti internazionali riuniti al  Castello di Lispida, sui Colli Euganei -pronti a soddisfare le esigenze di un pubblico attento e davvero incuriosito. Al punto che America, Canada e Inghilterra stanno chiedendo Vulcanwines. Un modo per valorizzare anche produzioni assolutamente mirate e tra queste quelle che hanno radici in Vallagarina. Marzemino vulcanico? Lui come altri vitigni che crescono su terreni lagarini basaltici. Sicuramente e con sfumature tutte da ri-scoprire. Basta aver voglia di assaggiare quelli che la nostra Casa del Vino mette a disposizione. Per esplosioni di piacere.







Leggi +

Pergole, un 'nostro' Pinot bianco a Spatium Pinot blanc

Sabato 5 Maggio 2018

Vino e vitigno hanno medesimo nome, per interpretare al meglio il carattere di una varietà a bacca bianca scaturita da una mutazione genetica di grappoli neri: è il Pinot bianco. Produzione mirata, blasone insidiato sia dal 'padre', quel Pinot nero che lo ha in qualche modo generato, ma pure ingiustamente bistrattato dai suoi fratelli, anzitutto il 'Grigio', pure dal classico Chardonnay. Nei giorni scorsi Appiano ha ospitato la rassegna biennale Spatium Pinot blanc, mettendo in degustazione ben 169 vini diversi, provenienti da mezza Europa. Pochi, pochissimi i rappresentanti trentini: appena quattro. Tra questi - in bella evidenza - il Pergole, ottima interpretazione curata dal Mastro Vignaiolo Marco Manica, da anni artefice dei successi della sua azienda familiare, la Longariva, vigneti tra Borgo Sacco e le colline che portano sul Baldo. Pergole è un archetipo di Pinot bianco autenticamente lagarino. Vinificato con la consueta cura che caratteriza i Manica, si presenta con un  convincente color giallo paglierino brillante, con note di frutta esotica e nuances di sentori di rosa, pure di gelsomino. Ha squisita struttura gustativa, elegante nella sua agile salinità. Un vino che recupera tante esperienze, pure la sua fama, in quanto tra i pochissimi vini bianchi del Trentino - nei primi Anni '00 - premiati con i Tre Bicchieri dal Gambero Rosso.

Leggi +

Prezzi e qualità: i vini della sincerità

Mercoledì 2 Maggio 2018

Il prezzo e la qualità, rapporto ostico, spesso proposto per puntare a facili promozioni commerciali. In realtà può essere il giusto equilibrio per una sosta enogastronomica mirata alla spontaneità del buon bere. Quello che non deve far quadrare i conti esosi, magari da ostentare, per vantarsi o accusare di scarsa professionalità vignaioli, cantinieri e sopratutto osti e venditori. Per gustare vini di squisita fattura non è necessario dar fondo al portafogli o squagliare la carta di credito. Lasciando spazio a certe chicche, assolutamente 'inimitabili' e quindi giustamente top di gamma e dunque con prezzi altrettanto impegnativi. Vini blasonati, vini fuoriclasse, certamente rappresentativi, riservati - è il caso di ribadirlo - a fasce di consumatori decisamente esigenti. In tutti i sensi. Altrettanto importante è avere a disposizione una variegata gamma di vini in grado di coniugare valori qualitativi a prezzi per così dire 'umani'. Alla Casa del Vino è facile capire le differenze di valori, le sfumature dei piaceri, le peculiarità dei vini che scandiscono il rapporto prezzo/qualità. Tutto lo straff,  i Soci stessi, sono impegnati nel coinvolgere l'affezionata clientela, pure l'avventore casuale, in un piacevole momento di degustazione, per un comportamento legato ad un consumo spontaneo e più consapevole del vino. Con grande attenzione all'autorevolezza del produttore, alla sua genialità, pure all'immediatezza dei suoi vini. Proprio per dimostrare tutto il vaore del rapporto prezzo/qualità. Proposte per soddisfare anzitutto la curiosità di quanti chiedono un vino autenticamente 'lagarino'. Specialmente quelli più attenti e 'in rete', connessi con la contemporaneità delle idee; l'uso di Internet e dei 'social' per spaziare in ogni settore. Scegliere vino per capirlo, berlo per stimolare buoni pensieri, gustarlo per condividere piacevolezze, senza l'assillo del prezzo. Che può essere impegnativo solo dopo una giusta 'educazione al bere', senza imposizioni o forzature. Queste, spesso, dettate da false aspettative, schemi d'appartenenza che nelle ultime stagioni hanno radicalmente stravolto il modo d'intendere il buon vino. Rendendolo feticcio, etichetta o logo di culto molto distante dalla quotidianeità, vino che non evoca il piacere della conoscenza, di berlo condividendolo, in momenti d'assoluta 'normalità'. Vini giusti, rispettosi del blasone di certe aziende, che riconoscono il fascino dei 'top', quelli della 'qualità totale, a qualunque costo'. Ecco perchè la sincerità è alla base di come - alla Casa del Vino - si applichi un giusto rapporto prezzo/qualità. Perchè il vino deve essere anzitutto un piacere contemporaneo e alla portata di tutti.






Leggi +

Rosè, il fascino della variabilità

Mercoledì 2 Maggio 2018

Le stagioni non contano, anzi: sono assolutamente intercambiabili per i vini rosè. Non è una forzatura legata alla promozione di questa tipologia di produzioni enologiche. E' piuttosto la constatazione del crescente consumo e interesse legati a suadenti 'rosati'. Vini tutt'altro che minoritari e per nulla da annoverare tra i semplici. Vini comunque che molti estimatori non annoverano - ingiustamente - tra i protagonisti del buon bere. E pensare che recenti indagini di mercato stimano una crescita costante nei consumi di rosè, un trend proiettato fin oltre il 2021. Quali i riscontri alla Casa del Vino? Più che incoraggianti. Con una quindicina di variazioni in rosa, vini che si prestano a tutta una serie d'abbinamenti gastronomici, pure per schietti aperitivi. Talmente variegati da essere convincenti per ogni occasione. Oltre che in ogni stagione... Versioni 'in rosa' di vitigni a bacca scura, poi messi in bottiglia rispettandone l'indole, sia essa pacata o spumeggiante. Ecco aqllora le versioni di 'ramati' da uve originarie di Pinot grigio, i rosè forse più accattivanti, per impronta e per sapidità. Ma certo non mancano le versioni 'gentili' ottenute dal vitigno Schiava, per non parlare di alcune chicche, vanto proprio della Casa del Vino. Come l'Enantio vinificato in rosa ( proposto da Maso Roveri ) oppure dal singolare rosè che sfrutta la potenza di Cabernet e Merlot per essere successivamente 'salassato', vale a dire reso più gentile e trasparente con una naturale pratica enologica, tecnica frutto di una sapiente cultura contadina applicata da Bruno Grigolli e la sua competente famiglia vignaiola. Poi le tante versioni di Trento Doc Rosè, proposto dai diversi Nostri Soci. Uno merita doverosa citazione: quello di Lucia Letrari, il +4, uno spumante classico color rosa tenue che ha conquistato pure i Tre Bicchieri del Gambero Rosso. Rosati semplici e pure autorevoli. Perchè informali, ma mai banali. Sicuramente piacevoli. Pure per certi austeri 'rossisti'. Basta lasciarsi conquistare dal fascino discreto del rosa pallido.



Leggi +

Isera, esempio di Città del Vino

Mercoledì 2 Maggio 2018

I vini della Vallagarina e il ruolo delle Città del Vino. Un rapporto sinergico e che nei giorni scorsi ha tenuto banco in Sicilia, a Noto, la splendida 'capitale del Barocco' per la Conventium dell'Associazione che rappresenta le migliori espressioni culturali legate al vino. Tra i delegati e ambasciatori, anche una delegazione d'Isera, esponenti legati alla comunità locale, con incarichi già nell'amministrazione comunale - Carlo Rossi, ex sindaco - e Franco Nicolodi, attuale  assessore della giunta in carica. Un convivio per unire le varie realtà enologiche, ma anche per spronare le zone viticole a promuovere al meglio la cultura del vino. Ecco allora la Vallagarina - e la Casa del Vino - citate come esempio tangibile di giusta promozione del buon bere. Lo ha ribadito la Prof.ssa Magda Antonioli Corigliano, docente all'Università Bocconi di Milano, nella sua relazione conclusiva della Conventim. Il vino è una locomotiva di valori, di cultura, ma spesso non viene capito, neppure dai diretti interessati, vale a dire produttori locali o strutture di promozione.Il vino paga l'ostentazione mediatica della cucina, del food in genere, pure della concorrenza di altre bevande, birra su tutte. Ecco perchè le varie Città del Vino dovrebbero intervenire in maniera più mirata, precisa. Tra queste ci sono degli esempi eclatanti, assolutamente da imitare. Isera è tra queste' - ribadisce l'autorevole docente universitaria, nel corso di una lunga intervista alla Rai. Poi spiega l'urgenza di coinvolgere i 'millenials', i giovani, quelli che devono ancora imparare a bere. Educandoli ad un consumo responsabile, ma anche aiutandoli a scoprire le piacevolezze del vino. Senza abusi, solo per la gioia della convivialità. Quella che da tempo si 'assapora' nelle nostre sale enoiche d'Isera.

Leggi +

Vinitaly, non solo vino...

Martedì 24 Aprile 2018

Una sarabanda di sensazioni vinose, in una kermesse dove tutto parla di vino. Con numeri impressionanti: per la ressa ( quasi 130 mila presenze) e un parterre di ben 4 mila 400 aziende espositrici. Stand visitati da operatori e curiosi provenienti da 143 Paesi, per 'assaggiare' 15mila 100 vini nella sterminata 'lista' messa a disposizione da Verona Fiere. Edizione finita in archivio tra sperticati elogi. Scarsissime, le critiche. Dettate solo da certi malintesi sulla viabilità. Poi, tanti elogi. 'La miglior edizione degli ultimi 5 anni'. E ancora: professionalità e folklore, ma in giusto equilibrio. Al punto che Verona tiene banco pure nei confronti di ProWein. Come dire: gli operatori remano ancora lungo la corrente dell'Adige e non verso la potenza del Reno. Tutto questo perchè a Verona non è stato solo un tourbillon di vino. C'è stato il tripudio dell'EVO, vale a dire l'olio extravergine d'oliva, ma anche le macchine enologiche e certe specialità agroalimentari. Senza tralasciare la grappa e gli alcolici 'spiritosi'. Proprio così. Nei resoconti della stampa specializzata spesso si tralascia (ingiustamente) un comparto importante della filiera dell'uva: quello dell'arte distillatoria. Grappa e acquavite, con tutte le sfumature di questo 'piacevole peccato alcolico'. Il Trentino, ha giocato sicuramente una carta importantissima. Presentando nel Padiglione 2 le sue storiche distillerie, senza alcun timore nei confronti di marchi o blasone ostentato da aziende esclusivamente vitivinicole. E i riscontri - assolutamente positivi - non si sono fatti attendere. Lo ribadisce Stefano Marzadro, mastro distillatore, oltre che Presidente della Casa del Vino. ' La grappa a Verona s'è ripresa il suo giusto spazio. E' stato un susseguirsi di operatori che vogliono avvicinarsi a questo distillato mirando solo all'altissima qualità. Senza timori legati al grado alcolico. Solo godibili pause di piacevolezza.' Questo per ribadire (ulteriormente ) come l'arte della distillazione diventa sapienza. Quella di coloro che ancora sono legati ai riti autentici della campagna, al ciclo della vite, che in Vallagarina scandisce il ritmo stesso della vita più che in altri luoghi. Con la grappa in continua evoluzione, proprio come la cultura rurale. Rinnovare per cambiare, senza nulla stravolgere, rispettando il sincero significato della distillazione, che narra storie di vita montanara, così come stagioni di quiete, il riposo dopo la vendemmia. Grappa, da presentare ad un pubblico sempre più convinto e attento. Anche tra il 'marasma enoico' del Vinitaly.

Leggi +

Tendenze enoiche

Lunedì 23 Aprile 2018

Bere meno, ma sicuramente bere meglio. Slogan che negli ultini anni ha fatto scuola, avvicinando schiere di consumatori, specialmente i giovani, i 'millenials', chiamati a gustare il vino per stimolare giusti pensieri. Con percorsi di 'educazione sensoriale' che hanno visto pure la nostra Casa del Vino mobilitata a organizzare una miriade di eventi, di scambi enologici, di stuzzichevoli occasioni coinviviali. Valorizzando i vini dei soci e non solo. Impostando proposte mirate a rendere i vini della Vallagarina contemporaneamente unici e altrettanto popolari. Rivolgendosi ai consumatori più curiosi, in sintonia con i valori della cultura enologica, quelli che degustano con attenzione e sorseggiano rimanendo connessi con le idee e le tendenze suggerite da Internet e dai vari 'social'. Quelli - per dirla con uno dei fondatori di Slow Food, Giacomo Mojoli - che cercano un vino non solo buono da bere, ma pure per pensare. Coinvolgendo nell'approccio al vino quanti voglio imparare a berlo, divertendosi pure, senza contorte enunciazioni organolettiche. Gustare vini che non devono essere complicati, nonostante abbiano una complessità invidiabile. Ecco perchè anche noi della Casa del Vino vogliamo stimolare al dibattito - senza alcuna ingerenza -  gli ospiti più attenti. Convinti che possiamo educare non solo a bere meglio ma - insieme - anche a ...starbere.

Leggi +

Quando il Marzemino vince in trasferta

Venerdì 20 Aprile 2018

Il Marzemino che non t'aspetti. O meglio: il Marzemino d'Isera che rende onore pure alla Piana Rotaliana e viceversa. E' il risultato del recente Concorso ENOtecnico valorizzazione VINIterritorio, indetto dalla Fondazione Edmund Mach col patrocinio dei Comuni di San Michele all'Adige, Mezzolombardo e Mezzocorona, col supporto delle sezioni Assoenologi di Trentino ed Alto Adige-Südtirol. Centoundici etichette in gara, 55 cantine della regione Trentino Alto Adige-Südtirol, quattro tipologie di vino ovvero Teroldego, Marzemino, Traminer aromatico e Gewürztraminer, tre commissioni e una trentina di esperti tra enologi, enotecnici, sommelier e giornalisti del settore. Un concorso enologico vero e proprio, autorizzato dal Ministero delle politiche agricole ed economiche, che valorizza i vitigni del territorio. Dopo due giorni di meditate degustazioni, confronti e dibattiti tra addetti ai lavori e gli stessi studenti della prestigiosa Scuola, sono stati resi noti i verdetti. Con la piacevole sorpresa per un Trentino Superiore Marzemino '16 selezionato nella zona DOC da una nota cantina 'teroldeghista', la Mezzacorona. Come dire: Isera non teme confini. Dimostra tutto il suo legame territoiriale e 'conquista' il primo premio in trasferta. Singolarità a parte, le cantine storiche della Vallagarina certo non hanno sfigurato, anzi. Perchè al secondo posto - nella categoria 'Marzemino giovane' - troviamo Vivallis con il Ziresi '16 , davanti all'emergente Mas'Est Marzemino '17 di Bossi Fedrigotti, proposto da Masi Agricola. Dominio d'Isera, poi, nella categoria riservata a Marzemino annate 2014- 2015. Con il podio riservato alla Cantina di Isera, salita sul gradino più alto con il Corè '15 e sempre sul podio, al terzo posto, con il classico Etichetta Verde '15. Ottima performance pure per la Cantina Sociale Mori Colli Zugna, seconda grazie al suo Marzemino Terra di San Mauro '15. Plateale e scenografica la premiazione, a Vinitaly, con un 'parterre' di enologi ai vertici del settore. Tutti ad onorare i vini del territorio, con il Marzemino ancora una volta assoluto interprete della Vallagarina più identitaria.

Leggi +

Tra i 107 italiani al top

Giovedì 19 Aprile 2018

I magnifici 107 e tra questi solo due sono aziende vitivinicole del Trentino. E' la rigida selezione di Wine Spectator, la più autorevole rivista del vino al mondo, una 'bibbia' stelle a strisce, l'America che influenza il mercato enoico e che per Opera Wine ha dato il via al recente Vinitaly. Due sole cantine trentine, una delle quali vanto della Vallagarina e tra i soci fondatori della 'nostra casa d'Isera'. Siamo parlando della Tenuta San Leonardo, vanto dei Marchesi Guerrieri Gonzaga, cantina che Wine Spectator mette sul podio congiuntamente al Giulio Ferrari, il Trento DOC della 'maison' della famiglia Lunelli. Due soli vini, il San Leonardo e appunto lo spumante classico marchiato Ferrari. Così tra le sale della Gran Guardia, nello storico Palazzo di Piazza Brà a Verona, una foltissima delegazione della stampa internazionale ha potuto degustare una delle più rinomate vinificazioni della Vallagarina. Quel San Leonardo che continua a mietere successi e a stabilire l'assoluta evoluzione della cultura del buon vino. Una 'mission' che la Casa del Vino porta avanti con entusiasmo e altrettanta dedizione. Orgogliosa di annoverare tra i 'suoi vini' anche quello riconosciuto tra i 107 italiani assolutamente d'alta gamma. Opera Wine da qualche anno è la vetrina più esclusiva del buon bere italiano. Talmente selettiva che nell'elenco stentano a trovare posto vini di stampo internazionale che hanno fatto - e cercano di farla ancora ... - la storia del gusto, certi Barolo o Chianti unanimamente ritenuti eccellenti. Ecco perchè la presenza di San Leonardo e Ferrari - affiancati dall'unica azienda sudtirolese, quella di Elena Walch - è uno sprone a tutto il comparto locale - della Vallagarina in primis - a confrontarsi e a competere con la qualità più autorevole. E ( non per ultimo ) una bella soddisfazione per tutti i nostri Soci, pure l'invito alla nostra affezionata Clientela, a degustare ... l'altrettanto 'nostro San Leonardo'.

Leggi +

Vinitaly 18 - Le aspettative e il relax

Martedì 10 Aprile 2018

È l'appuntamento imperdibile per ogni appassionato del buon vino. Kermesse alle porte, il via nel prossimo fine settimana a Verona Fiere. Richiama il pubblico delle grandi occasioni, trasformandosi in summit commerciale e altrettanta festa popolare. Infinite degustazioni, il tourbillon di bicchieri, il confronto, giudizi e curiosità. E ancora: promozione, export, tecnologia enologica. Vinitaly è tutto questo ed altro ancora. Anche per ambiti enologici limitrofi Verona, Casa del Vino d'Isera compresa. Perché nei 'fuori Vinitaly' - nelle serate a stand fieristici chiusi - la convivialità prende il sopravvento sul 'businness' e il vino rimane il perno per primi riscontri o per prossime iniziative. Con quali aspettative? 'Noi vogliamo portare a Verona una Vallagarina orgogliosa della sua variegata diversità enologica. Fatta di tante interpretazioni e d'altrettanta collegialità. Specialmente quella che noi Soci della Casa del Vino portiamo avanti con grande entusiasmo. Nella massima reciproca autonomia aziendale.' Stefano Marzadro, Presidente della Casa del Vino della Vallagarina, spiega così la presenza a Vinitaly. Tante le iniziative delle singole aziende lagarine, con numerose sorprese e la proposta delle vinificazioni più recenti, i vini dell'ultima vendemmia, appena imbottigliati o quelli che affrontano il giudizio dopo un rigoroso affinamento in bottiglia. Autorevolezza e sincerità, i cardini alla base dei variegati prodotti che le aziende della Casa del Vino presenteranno a Vinitaly. Contemporaneamente ad Isera, la Casa diventerà tappa intermedia con Verona, accogliendo operatori provenienti prevalentemente da nord, felici non solo per il relax dell'ospitalità, ma pure stimolati a scoprire alcune chicche, nuovi vini debuttanti, presentati agli ospiti - davvero in anteprima - sui tavoli, dallo staff della Casa, sotto la regia di Luca Bini. E le sorprese, piacevoli, certo non mancheranno. Ne riparleremo, per salvaguardare intatto il fascino della novità.

Leggi +

Vini e l'abbinamento cromatico

Lunedì 9 Aprile 2018

Cibo e vino, quale abbinamento? È il cruccio di ogni commensale e l'interrogativo di osti, ristoratori, pure quesito irrisolto di tanti cantinieri, vignaioli o semplici avventori. Altrettanto variegate le teorie e tecniche di degustazione, alla base di corsi per sommelier, citazioni di enologia, pensieri talvolta filosofici, suggerimenti per stile di vita, per rispettare o trasgredire concetti legati al gusto, all'uso o divieto di pietanze con ingredienti più o meno in contrasto tra loro. Dunque, che fare? I tradizionalisti rispettano tempi e modi con una gestualità che sfiora il rito: lo spumante come vino d'apertura, il bianco per la gentilezza dei primi piatti, scandendo le successive fasi del pasto con qualche rosso blasonato e - chiudendo con un passito. Ma le regole, nella formazione del gusto, possono essere anche stravolte, proprio perché ... il gusto non si discute. Ecco allora qualche disgressione per certi versi provocatoria. Come quella di abbinare le portate del cibo a vini scelti prevalentemente in base al loro aspetto cromatico. Tra i più convinti promotori di questa 'nuova filosofia gustativa' troviamo Daniele Cernilli, storico critico del vino, fondatore del Gambero Rosso e autorevole direttore di Doctor Wine. Che suggerisce un metodo basato su pochissime regole, molto semplici e intuitive, con le quali stabilire il giusto accostamento tra vini e pietanze. Una proposta che non ha alcuna pretesa di essere assoluta e infallibile. Anzi: si basa sulla personale percezione dell'armonia cromatica. Ecco allora il suggerimento di accostare dei cibi di colore bianco - dal pesce ai formaggi freschi, pure risotto o carni chiare - a vini da uve di vitigni a bacca bianca. Per rimanere tra le Dolomiti, scegliere un Nosiola o Traminer, senza dimenticare certi Riesling o il curioso Incrocio Manzoni. Poi, nella consecutio del pasto, sorseggiare Marzemino con pasta con sughi corroboranti a base di pomodoro, per optare su Merlot o Cabernet con piatti di carne rossa, magari preparati rispettando ricette tradizionali - goulash, polenta e coniglio compresi. Se invece amate le fritture, ecco i Trentodoc, magari da uve pinot nero e dunque vini leggermente rosati. Per tornare a provare un classico Trentodoc con qualche freschissima 'Tosèla' o formaggi di tonica caserazione, mozzarella su tutti. Poi, un susseguirsi di stimoli, cromatici oltre che risultato di tecniche di cotture, lunghe brasature, focosi arrosti. Da unire con vini d'annata, decisamente austeri. Ma senza tralasciare l'immediatezza per certe Schiave, da accostare a merende a base di salumi, pure a pesci marinati. Impossibile non citare le delizie dolciarie, 'intriganti e intrigate' con vini da uve vendemmiate tardivamente o fatte riposare il più a lungo possibile. Vini cosidetti 'da meditazione', dorati nel colore e dunque in piena sintonia (cromatica) con formaggi stagionati o dall'aspetto altrettanto austero. Daniele Cernilli non ha dubbi. Se il cromatismo impera e domina la scena, è molto più facile intuire la composizione del piatto, se l'unto o l'acido sono predominanti o altre variabili strutturali. Dunque, abbinare con grazia e timbro cromatico. Provare per credere.



Leggi +

Qui si beve vino

Venerdì 6 Aprile 2018

Qui si beve...vino. È una subitanea definizione estrapolata dal linguaggio Futurista, quando nei primi mesi del 1931 l'avanguardia artistica dell'epoca stimolava a cambiare radicalmente certi approcci enogastronomici. Sostituire la pastasciutta con il riso, abolire l'uso della forchetta e 'italianizzare' le definizioni d'origine anglofona, a partire dalla parola 'bar': indicato proprio come 'qui si beve'. Alla Casa del Vino - senza scomodare i Futuristi e tra questi il 'vicino' Fortunato Depero - la definizione calza perfettamente. E con rinnovata intraprendenza. Perché è il vino che scandisce ogni iniziativa. Per coinvolgere, per educare, ma sicuramente per degustazioni che vanno oltre l'immediatezza o la piacevolezza del momento. Qui il vino non è solo assolutamente buono da bere, ma è pure stimolo per buoni pensieri. Quelli che scaturiscono da meditati sorsi, da giusti abbinamenti, tra stimoli sensoriali proposti in accostamento a pietanze autenticamente 'lagarine'. Con il vino protagonista. Ecco, come primo 'assaggio' per questo nuovo BLOG che state vedendo, il '#quisibevevino' vuole diventare un filo conduttore per avvicinare ai valori enosensoriali - più semplici, immediati, ma non per questo meno fascinosi - quanti frequentano la 'Casa d'Isera' o la seguono sul web. Vino e tutto quanto è legato alla cultura della vite. Intesa come stimolo di vita, nelle mirate strategie produttive delle aziende enoiche che animano la Casa. Decisi pure a 'parlare di vino' per meglio capirsi e per informare al meglio l'affezionato pubblico che frequenta ( magari ancora solo virtualmente ) la Casa del Vino della Vallagarina.

Leggi +